'Indispensabile invertire rotta rispetto stagione tagli'
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 13 set. - Quale fotografia della scuola emerge dalle considerazioni di genitori e ragazzi italiani? Quella di un peggioramento piu' o meno grave (87%, 1 genitore su 4 ritiene il peggioramento molto grave, con picchi del 37% in Sardegna e 33% in Lazio), che viene imputato a carenza di fondi (35%, con picchi del 41% in Piemonte e Lombardia), depauperamento di strutture e dei servizi (27%, che tocca il 33% in Veneto e Puglia). Questi sono solo alcuni dei dati inediti della ricerca "Il ruolo e le condizioni del sistema educativo italiano", realizzata da Ipsos per Save the Children all'avvio dell'anno scolastico, che traccia un ritratto in chiaroscuro della scuola italiana.
Nonostante tutto pero', emerge anche che il 40% dei rispondenti trova di qualita' elevata la scuola italiana (51% in Sicilia e 45% in Piemonte) e l'insegnamento impartito (l'8% dei genitori e' completamente d'accordo con questa affermazione, il 32% abbastanza d'accordo), mentre lo stato di inadeguatezza (se non di fatiscenza vera e propria) delle strutture ospitanti e' rilevato da 9 su 10 intervistati (90%), dato che arriva alla quasi totalita' del campione in Sicilia (96%) e Lazio (94%).
"Le cifre di questa indagine dimostrano che il nostro Paese si caratterizza sempre di piu' per le forti disuguaglianze educative. Nel percorso scolastico dei bambini hanno sempre piu' peso i divari di tipo economico, sociale e culturale delle famiglie e dei territori di provenienza", dichiara Raffaela Milano, direttore Programmi Italia - Eu di Save the Children.
"L'anno scolastico- prosegue Milano- si apre in uno scenario allarmante: meno tempo scuola, scarse opportunita' di formazione dei docenti, edifici insicuri, classi affollate, taglio delle attivita' extrascolastiche, discriminazione nei servizi di refezione, offerta insufficiente di servizi per la prima infanzia: tutto questo colpisce i minori, in particolare quelli dei contesti piu' svantaggiati, e compromette le loro opportunita' di crescita".
La famiglia gioca un ruolo chiave nel sostegno economico delle attivita' scolastiche, provvedendo molto spesso (78% di adulti) all'acquisto o al finanziamento dell'acquisto di materiali destinati alla didattica, come carta, e fotocopie (valori che salgono all'86% in Puglia e Piemonte e all'81% in Toscana e Emilia, ma anche di altre necessita' di carattere piu' generale (tipicamente, la carta igienica - 51% tra i genitori, che arriva al 61% in Puglia e 60% in Piemonte). Ma non solo. I genitori concorrono anche a sostenere l'insegnamento di alcune materie, piu' spesso in aggiunta al corso di studi (44%, 52% in Piemonte e 48% in Lazio), ma anche materie previste dal curriculum studiorum (31%, che diventa 40% in Campania e 39% in Lazio).
Anche i ragazzi confermano questi dati: il 70% di loro dice che la famiglia contribuisce all'acquisto di materiale didattico, il 26% parla del materiale igienico-sanitario, 24% dei costi sostenuti per le materie extra curricolari e il 17% per quelle curricolari.
Secondo la stragrande maggioranza dei genitori italiani, questi costi sono nettamente aumentati nell'ultimo periodo: ben l'81% dice di aver dovuto contribuire in misura maggiore all'acquisto del materiale didattico nell'ultimo periodo (carta, fotocopie etc.), dato che arriva al 92% in Lombardia e 86% in Liguria. Per il 78%, gli aumenti hanno riguardato il contributo per l'insegnamento di materie curricolari (il dato arriva a ben il 93% in Campania), mentre il 76% dice di aver subito l'impennata dei costi del servizio mensa (con picchi dell'84% in Lombardia e 82% in Veneto) e i contributi per il materiale non didattico (che arriva all'84% in Sardegna e all'83% in Lombardia).
I genitori italiani, inoltre, riconoscono che le precarie condizioni in cui gli insegnanti si trovano a lavorare agisce da barriera in due sensi, da un lato perche' di fatto essa ostacola un percorso scolastico organico e fluido per i ragazzi (87%, che arriva al 91 e 90% rispettivamente in Sicilia ed Emilia Romagna), dall'altro perche' la motivazione dei docenti influisce sul livello di insegnamento (84%, che tocca il 90 e 88% rispettivamente in Sicilia e Toscana) e sul riconoscimento della figura del docente come adulto di riferimento (79%, con picchi dell'86 e 84% in Puglia e Campania).
Anche i ragazzi hanno una chiara percezione delle difficolta' finanziarie del sistema scolastico italiano (33%), e della scarsa qualita' delle strutture scolastiche (21%). 1 ragazzo su 4 ritiene che la condizione della scuola sia appena accettabile, il 12% di essi la ritiene bassa, mentre 1 ragazzo su 10 la reputa molto buona.
Gli studenti intervistati concordano con gli adulti che la misura piu' urgente per migliorare ulteriormente la loro scuola prevede la garanzia di un corpo insegnanti stabile, al fine di garantire un corretto percorso di studi (51%), ma vada altresi' garantita la formazione dei docenti (25%), gli interventi sulla struttura che ospita la scuola (16%), come la lotta alla precarieta' come leva motivazionale (9%).
"Il Governo ha assunto alcuni impegni importanti sul fronte scolastico, come lo stanziamento dei fondi per l'edilizia scolastica o il rilancio dei programmi di contrasto alla dispersione nelle regioni del Sud- ricorda Raffaella Milano- Ma e' indispensabile rafforzare questo impegno, invertire decisamente la rotta rispetto alla stagione dei tagli degli investimenti per l'istruzione (nel periodo 2008-2011 la scuola ha subito tagli per 8,4 miliardi di euro e l'Italia spende per la scuola il 4,7% del Pil rispetto al 6,3% della media Ocse). Non possiamo lasciare solo sulle spalle degli studenti, delle famiglie e dei docenti questo enorme problema". Per questo motivo, conclude il direttore Programmi Italia - Eu di Save the Children, "e' indispensabile rimettere concretamente la scuola al centro dell'attenzione delle istituzioni e della opinione pubblica".
(Wel/ Dire)