MINORI. Bologna, vigili contro osti: "Basta alcol"
"E' vietato venderlo a minori, via vetrofanie permissive"
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 13 set. - Che differenza c'e' tra vendere una bevanda alcolica a un minorenne e 'somministragliene' una? A quanto pare sotto le Due torri ce n'e' parecchia se la Polizia municipale manda a dire che c'e' bisogno di spiegare a osti ed esercenti che ne' l'una ne' l'altra cosa si possono fare. E che bisogna far sparire le vetrofanie che nei bar del centro dicono appunto che i giovani tra i 16 e i 18 anni possono bere alcol, aggirando la legge che parla di divieto di "vendita". Sul punto, spiega la Polizia municipale, non ci possono creare scorciatoie, la regola e' chiara: non solo non si vendono, ma neppure si somministrano alcolici ai minori "poiche' il ministero dell'Interno, di fronte a una richiesta di chiarimento da parte del Prefetto di Bolzano sulla legge che vieta la vendita degli alcolici ai minori di 18 anni nei negozi, ha spiegato che somministrare e vendere sono la stessa cosa". E se "le associazioni di categoria ci incontrano, spiegheremo loro la legge" dato che ancora, nei locali della 'movida' bolognesi, si prosegue a vendere e servire cicchetti, cocktail e birre ai minori, "spesso convinti di agire nella legge". A dirlo e' stata oggi la responsabile dell'Unita' intermedia della Polizia amministrativa sicurezza e antidegrado del Comune, Antonella Sava, in commissione Affari generali a Palazzo D'Accursio.
Sava, chiamata per la discussione su un ordine del giorno di Marco Lisei del Pdl, fa il punto sul lavoro dei vigili che pattugliano le vie cittadine, fanno controlli nei locali e, a fronte di segnalazioni, effettuano anche appostamenti per evitare che gli esercenti servano alcolici ai minori. E poi dicono agli agenti che e' tutto regolare.
Il problema, spiega Sava ricordando un episodio accaduto lo scorso marzo in un locale del centro (quando fu elevato un verbale), "e' che alcuni esercenti, a fronte di un verbale, ci rispondono che la legge parla di vendita di alcolici e non di somministrazione e che le associazioni di categoria sono dello stesso avviso". Nel caso del locale sanzionato in marzo "il gestore ci ha detto che avrebbe fatto ricorso, cosa che ancora non ci risulta", ma in generale, "ci sono alcuni che espongono delle vetrofanie nelle quali si spiega che i giovani tra i 16 e i 18 anni possono bere", e non e' vero. Sava, facendo delle verifiche, ha difatti trovato una precisazione del ministero degli Interni, nella quale si spiega che "vendita e somministrazione sono la stessa cosa". Da qui l'impegno, nel caso sia richiesto dal Comune, di "incontrare le associazioni di categoria e consegnare loro quel documento del ministero", perche', precisa la responsabile dell'unita' contro il degrado "a noi non interessa elevare sanzioni per fare cassa, vogliamo solo sia rispettata la legge".
Intanto, l'ordine del giorno di Lisei chiede al sindaco, Virginio Merola, di "individuare soluzioni efficaci - anche mediante l'adozione di apposite ordinanze - per contrastare il fenomeno dell'abuso di sostanze alcoliche e stupefacenti dei minori; di implementare i controlli sugli esercizi commerciali e di intesificare le collaborazioni con le associazioni di categoria". La maggioranza, pero', non sembra voler imboccare questa via e nel suo intervento, la consigliera del Pd, Rossella Lame, punta "all'informazione e alla comunicazione con le associazioni di categoria".
(Wel/ Dire)
|