(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 6 set. - Dopo la notizia di nuove fughe di acqua radioattiva nel Pacifico, la centrale di Fukushima e' ancora una volta protagonista dell'ennesimo allarme. Uno studio sull'impatto delle radiazioni dopo il disastro nucleare rivela 18 casi di cancro alla tiroide tra i minorenni. I test sono stati eseguiti su 200 mila bambini e adolescenti sotto i 18 anni di eta' residenti nella prefettura in cui e' situato l'impianto. A giugno esami precedenti avevano gia' rivelato 12 casi su 174 mila ragazzi tenuti sotto osservazione.
Tuttavia le autorita' sanitarie spiegano che per ora non e' possibile stabilire se tra questi casi di cancro e il disastro nucleare dell'11 marzo 2011 ci sia una connessione diretta: gli esperti nominati dall'autorita' prefettizia, infatti, stimano che ci vogliono dai tre ai cinque anni dopo l'esposizione alle radiazioni per stabilire un nesso di causa ed effetto anche perche' non c'era un monitoraggio sistematico dei noduli della tiroide in questa zona prima dell'incidente e dunque non ci sono dati sufficienti per capire se la patologia e' in aumento.
In uno studio pubblicato nel febbraio 2013, l'Organizzazione mondiale della sanita' afferma che "i rischi previsti di aumento di tutti i tipi di tumori sono bassi: potrebbero aumentare del 4% per i neonati di sesso femminile che sono stati esposti alla radioattivita' in un raggio di 20 km dalla centrale. L'aumento del rischio di leucemia per i bambini di sesso maschile potrebbe aumentare del 7%".
Per il cancro della tiroide, il dato e' piu' allarmante. L'Oms stima che il rischio aumenta del 70% per i neonati di sesso femminile maggiormente esposti. I dati Oms, tuttavia, sono stati criticati dal ministero dell'Ambiente giapponese: "Questi calcoli si basano sul presupposto che la gente abbia continuato a vivere nella zona e a mangiare cibo contaminato. Ma non e' cosi'".
(Wel/ Dire)