Per tutti quei genitori che accolgono un bimbo abbandonato
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 6 set. - L'associazione Amici dei bambini (Ai. Bi.)candida la Famiglia Adottiva al Nobel per la Pace 2015. La proposta e' stata avanzata "per tutti quei genitori che accolgono un bimbo abbandonato compiendo il piu' grande atto di giustizia che una persona possa compiere nella sua vita", scrivono in un comunicato.
Un Nobel per le famiglie che "si fanno quotidiano carico del dialogo, della comprensione, della cura, dell'integrazione interculturale e interrazziale, giorno per giorno, dentro la loro casa. Senza proclami o roboanti dichiarazioni di principio, costruiscono una societa' dell'accoglienza a partire dalla pratica, dalla "normale" e straordinaria vita domestica". Di fronte a "168milioni di bambini abbandonati, il Nobel per la Pace puo' essere un esempio, un incentivo e un incoraggiamento per convincere sempre piu' famiglie ad aprirsi all'accoglienza. Inoltre rappresenta il primo passo per cambiare la mentalita' corrente sull'adozione: non piu' un atto privato della coppia, ma un atto di giustizia, che ristabilisce un diritto negato e, per troppo tempo, disatteso, il riconoscimento che ogni minore deve vivere con un padre e una madre. Un Nobel per dire che accoglienza e' integrazione, accoglienza e' giustizia, accoglienza e' cultura della pace", prosegue il comunicato.
L'obiettivo di Ai.Bi. e' di raccogliere, con l'aiuto di tutti (enti pubblici e privati, volontari e famiglie) 300.000 firme in tutto il mondo entro dicembre 2014.
La petizione verra' lanciata in tutto il mondo. La raccolta di firma inizia il 31 agosto 2013, giorno conclusivo della XXII Settimana di Studi e Formazione a Gabicce.
Di seguito, l'appelloáPremio Nobel per la Paceá alle Famiglie Adottive: Un mondo fondato sulla collaborazione tra popoli, che per secoli si sono fronteggiati in continui conflitti dagli esiti spesso drammatici per l'umanita' tutta, puo' essere raggiunta solo "a partire dal basso", con un movimento collettivo che cominci proprio da chi piu' soffre nelle guerre: i bambini e le loro famiglie.
Quale padre, quale madre rappresenta meglio la perfetta integrazione di culture, formazioni, vissuti diversi, il perfetto, pacifico legame fra Paesi distanti anche migliaia di chilometri, di un genitore adottivo? La diversita' e' una ricchezza, un arricchimento, una garanzia di futuro e le famiglie adottive ne sono la dimostrazione vivente. La strada dell'accoglienza e' la via di una capillare integrazione, come opportunita' per la pace e la democrazia.
Per questo chiediamo che siano candidati al Premio Nobel per la Pace tutti quei genitori che accolgono un bimbo abbandonato e si fanno quotidiano carico del dialogo, della comprensione, della cura, interculturale e interrazziale.
Giorno dopo giorno, costruiscono una societa' dell'accoglienza e un ponte di solidarieta' fra Paesi.
Sono operatori di pace e di giustizia che in silenzio contribuiscono alla pacificazione, alla stabilizzazione e alla prevenzione dei conflitti, attraverso la conoscenza reciproca dei popoli e la reciproca solidarieta'.
Per questo vogliamo lanciare una campagna internazionale. Perche' sia formalmente e ufficialmente riconosciuto questo loro ruolo, troppo spesso dimenticato.
In questo nostro mondo, segnato da una crisi che non e' solo economica, ma anche umana, le famiglie adottive, con il loro umile lavoro quotidiano, possono indicare un percorso nuovo per ricostruire su basi piu' giuste e piu' umane la convivenza.
Possono divenire un investimento per il presente e il futuro.
Sia la comunita' internazionale a trovare le giuste forme, anche attraverso l'attribuzione allaáFamiglia Adottiva del Premio Nobel per la Pace, per far conoscere, valorizzare e proporre come esempio il loro impegno tanto importante per la crescita umana del mondo.
á (Wel/ Dire)