(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 6 set. - In Kosovo, dopo l'emergenza della guerra del '99, Amici dei Bambini ha aperto la Casa Famiglia "Laura Scotti", intitolato alla volontaria morta in un incidente aereo. Il sostegno economico di Ai.Bi. ha innanzitutto permesso di ristrutturare la casa dei coniugi Dedaj, danneggiata durante la guerra, creando le condizioni materiali per poter accogliere i bambini: in particolare, un grande bagno e una cucina adeguata. Alla casa famiglia si sono aggiunti nel 2010 e nel 2012 due "Pan di Zucchero", centri di servizio per le famiglie, uno a Pristina e l'altro a Fushë-Kosovo. Lo racconta a Gabicce (PU) dove e' in corso la sedicesima edizione della settimana di studio di Aibi-Amici dei Bambini, Rudina Llapashtica, operatrice in Kosovo.
"Il pianto di mio figlio mi ha aperto gli occhi. - racconta Rudina - Lavoro con Ai.Bi. dal 2000. Ma due anni e mezzo fa il pianto senza pace del mio secondo figlio, Dion, mi ha fatto 'sentire' all' improvviso quanto disperante sia la solitudine dei bambini abbandonati. Appena nato, Dion ha avuto problemi intestinali che sono durati diversi mesi. Era impegnativo accudirlo, ma per lui c'ero io. Cosi' come mio marito. Ogni volta che lui piangeva, io sentivo gemere decine di bambini che non hanno nessuno che li possa consolare".
Nella Casa famiglia, gestita dalla coppia Zef e Bore Dedaj, vivono cinque bambini, tra i quali Enisi, che ha gravi handicap. E' stato accolto in casa, proprio perche' i Dedaj sapevano fin dal primo giorno di poter contare sull'equipe multidisciplinare di Ai.Bi. "L'intervento professionale della fisioterapista ha permesso a Enisi di fare notevoli progressi. - sottolinea Rudina - Abbandonato dopo la nascita in ospedale, e' arrivato da noi nel 2008, all'eta' di otto anni. Non era in grado di vestirsi e mangiare da solo, portava ancora i pannetti, si muoveva con moltissima difficolta'".
Adesso ha 12 anni, racconta, e ha guadagnato una buona autonomia: e' capace di lavarsi e vestirsi, controlla le sue funzioni biologiche, anche se usa ancora poche parole per esprimersi. Se non fosse stato accolto nella Casa Famiglia "Laura Scotti", chissa' quale sarebbe stato il suo presente! E che dire dei due fratellini, di meno di quattro anni, maltrattati dalla madre? Quando sono arrivati pochi mesi fa, erano come morti; adesso corrono e giocano. Per noi e' il miglior premio per il nostro lavoro.
Fonte: Redattore sociale (Wel/ Dire)