Maggiori progressi in niger, ultimo posto per papua nuova guinea
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 25 ott. - Quattro milioni di bambini in piu' potrebbero essere salvati se gli Stati si impegnassero a raggiungere soprattutto i bambini piu' poveri. Lo documenta il nuovo rapporto 'Vite sul filo' mentre prosegue in Italia la campagna 'Every one', con il numero solidale 45509 attivo fino al 3 novembre. Atleti famosi come il maratoneta Patrick Makau Musyoki e la star di Bollywood e testimonial di Save the Children Kunal Kapoor, protagonisti di un coinvolgente video di sensibilizzazione.
Globalmente 4 milioni di vite potrebbero essere salvate ancora se gli sforzi dei governi fossero indirizzati in ugual misura verso i bambini piu' emarginati e in difficolta'. Il Niger, uno dei paesi piu' poveri del mondo, e' in testa nella battaglia contro la mortalita' infantile e guida la classifica redatta da Save the Children nel nuovo rapporto 'Vite sul filo', diffuso in tutto il mondo oggi, nell'ambito della campagna globale Every One, che documenta i progressi compiuti dagli Stati nella lotta alla mortalita' infantile per cause prevenibili e curabili.
E la giornata odierna e' in 67 Paesi il 'Global day of action' contro la mortalita' infantile, con 50.000 bambini che correranno delle maratone non competitive per dire basta alla morte di 6,6 milioni di bambini all'anno per cause prevenibili e curabili: l'Italia ha gia' dato il suo contributo alla chiamata all'azione grazie ai 100 bambini che hanno corso a Cagliari domenica scorsa.
Il rapporto 'Vite sul filo' prende in esame i 75 paesi nei quali si registra la quasi totalita' delle morti infantile e materne e, non solo verifica se e in che misura stiano progredendo verso 'l'Obiettivo 4 del millennio', ovvero la riduzione di 2/3 della mortalita' infantile nel mondo, ma anche l'equita' di tali progressi, cioe' quali i gruppi sociali e le fasce di reddito interessate.
Benche' abbia poche risorse e carestie ricorrenti, dal 1990 ad oggi il Niger ha ridotto di quasi 2/3 il numero di morti infantili (entro i 5 anni) ed e' in linea con il '4°Obiettivo del millennio'. Progressi notevoli dovuti al fatto che, a differenza di altre nazioni, il Niger e' riuscito a raggiungere i bambini appartenenti a tutti i livelli sociali e in tutte le aree del paese, rurali e urbane.
Per contro, altre nazioni come Bangladesh e Cambogia che hanno fatto grandi passi avanti nella tutela della salute infantile, rischiano di vedere uno stallo dei miglioramenti registrati se non vengono aggredite le disuguaglianze che ancora esistono al loro interno.
"Stiamo compiendo progressi molto importanti nella lotta alla mortalita' infantile, ma questi successi cosi' evidenti mascherano a volte il fatto che i bambini poveri restano indietro o che addirittura la loro condizione sia peggiorata" commenta Valerio Neri, Direttore Generale Save the Children Italia.
"I leader mondiali devono far si' che tutti i bambini, di qualsiasi provenienza sociale, abbiano pari opportunita' di sopravvivere. Il Niger- spiega ancora Valerio Neri- guida la classifica di Save the Children per la lotta alla mortalita' infantile grazie a una combinazione di fattori e scelte: cure sanitarie gratuite a donne incinta e bambini, avvio di programmi nutrizionali, accesso universale gratuito a cure di base di qualita'. Benche' dunque la mortalita' infantile resta alta, il Niger e' passato da 326 morti ogni mille nati vivi nel 1990 in un anno, a 114 nel 2012".
E progressi importanti si registrano anche Liberia, Rwanda, Indonesia, Madagascar, India e Cina che seguono il Niger nella classifica dei primi dieci. Esistono comunque altri esempi significativi di iniziative promosse dai governi per combattere la mortalita' infantile, come l'annuncio delle gratuita' dell'assistenza medica alle donne pre e post gravidanza in Kenia, o il programma di sanita' in Etiopia che dal 2004 ad oggi ha impiegato ben 40.000 operatori sanitari. In fondo alla graduatoria invece Haiti, Papua Nuova Guinea e Guinea Equatoriale dove si registra una lenta e non uniforme diminuzione nei tassi di mortalita' infantile e bassi livelli di investimenti in salute e nutrizione.
"In alcune aree del mondo le ineguaglianze stanno aumentando. In Africa sub sahariana, dove si concentra la meta' delle morti infantili, pur a fronte di un generale progresso, il divario fra bambini ricchi e poveri e' aumentato dal 1998 e il 2008".
Sottolinea il direttore generale Save the Children Italia. "E' necessario muoversi in tre direzioni: implementare piani nazionali per la salute che raggiungano ogni bambino, compresi i neonati; lanciare una campagna nazionale per ridurre la malnutrizione; aumentare la spesa pubblica per la salute. La mortalita' infantile si puo' e si deve sconfiggere e la nostra generazione ha l'opportunita' di vincere questa sfida".
(Wel/ Dire)