(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 25 ott. - "Isteria collettiva che ha riportato in auge lo stereotipo dei rom che rubano i bambini". E' quello che scatenato, secondo l'associazione 21 luglio, la notizia della bambina bionda trovata in Grecia con un uomo e una donna rom, che alla polizia hanno dichiarato di non essere i reali genitori ma che ora sembra avviarsi ad una conclusione. Sui media europei, non solo italiani, infatti, e' rimbalzata la notizia del ritrovamento della vera madre della bambina bionda trovata in un campo rom vicino Larissa, in Grecia centrale. Il suo nome e' Sasha Ruseva, di 35 anni e di nazionalita' bulgara: vive nel villaggio di Nikolaevo in Burlgaria, spiega il portale greco che ha riportato la notizia, dove e' stata rintracciata dalle autorita' bulgare, ma la conferma sul legame di parentela con la piccola Maria (questo il nome datole dalla stampa) arrivera' soltanto dopo i risultati del test del Dna. La verita', quindi, potrebbe essere ancora lontana, ma stando alle prime dichiarazioni raccolte dalla stampa bulgara la donna avrebbe "regalato" la bambina a causa delle difficolta' economiche in cui versava al momento del parto.
Una vicenda ingarbugliata che porta a riflettere su uno degli stereotipi tra i piu' duri a morire, nonostante "uno studio del 2008 dell'Universita' di Verona - spiega l'associazione 21 luglio - ha mostrato come dal 1986 al 2007, in Italia, nessun caso di presunto "rapimento" di bambini non rom da parte di rom e sinti si sia concluso con una condanna per sequestro o sottrazione di persona. Nessun bimbo gagio', dunque, e' stato mai trovato nelle mani delle comunita' rom e sinte in quell'arco di tempo". Eppure, spiega la 21 luglio, nessuno parla di un altro fenomeno, quello che porta molti minori rom lontano dalle proprie famiglie. "Se fosse vero il contrario - chiede l'associazione -, Se fossero le istituzioni a sottrarre i bambini rom alle proprie famiglie affidandoli in adozione alle famiglie della societa' maggioritaria?". A questa domanda cerchera' di dare una risposta un rapporto dell'associazione dal titolo "Mia madre era rom", che analizza in maniera scientifica la situazione dei minori rom, a Roma e nel Lazio, che oggi non vivono piu' presso le proprie famiglie. "Dalla ricerca - spiega l'associazione -, realizzata in collaborazione con la Facolta' di Antropologia culturale dell'Universita' di Verona, emergono dati allarmanti, che mettono in risalto un flusso sistematico e istituzionalizzato di minori dalle famiglie rom a quelle non rom in attesa di adozione, "giustificato" dalle precarie condizioni abitative alle quali le comunita' rom e sinte nel Lazio sono costrette dalle politiche locali in atto. Il rapporto, in particolare, si sofferma sulla presenza dei minori rom nelle storie che il Tribunale per i Minorenni di Roma ha affrontato dal 2006 al 2012". Il rapporto verra' presentato martedi' 29 ottobre alle ore 17, a Roma, presso la sede della Regione Lazio.
Fonte: Redattore Sociale (Wel/ Dire)