L'associazione oggi e' presente in 50 paesi nei 5 continenti
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 18 ott. - Ci avviciniamo al campo e Antonello a poco a poco realizza che il suo sogno sta per avverarsi. Il papa' ci racconta che qualche giorno prima stava parlando con il suo bimbo e quest'ultimo gli ha detto "papa' i sogni non si realizzano, la vita e' crudele".
Andare a Disneyland, diventare calciatore con la propria squadra del cuore, incontrare il proprio cantante preferito o ricevere il regalo dei propri sogni: ogni bambino ha un sogno da realizzare, e quelli con malattie gravi, sottoposti a cure faticose e debilitanti, a volte perdono la speranza di poterli realizzare.
Un gruppo di volontari, coordinati da un'organizzazione stabile, si industria allora per renderli reali: contatta il beniamino del bambino, cerca sponsor tecnici e donatori per acquistare i regali o i viaggi da fare, organizza con i genitori la sorpresa che lascera' a bocca aperta il piccolo protagonista. Sono 862 i desideri esauditi da bambini in Italia dal 2005. Unico limite alla fantasia e' niente soldi, ne' medicinali, ne' attrezzature mediche o macchine. Ne' armi, in America.
L'iniziativa e' nata da Fabio e Sune Frontani, che hanno voluto onorare il ricordo della loro vispa e altruista bambina proseguendo nella strada da lei tracciata: durante i lunghi mesi del ricovero, Carlotta ha sempre dimostrato un grande interesse per gli altri bambini che erano ricoverati nel suo reparto: non li poteva conoscere di persona ma inevitabilmente sapeva di loro dai medici e dalle infermiere, e cercava in qualche modo di essergli vicina mandando un piccolo regalo: un giocattolo, una videocassetta, un disegno.
I genitori hanno cercato di trasformare il dolore in energia positiva, e hanno trovato il modo piu' vicino a quello della loro bambina aggregandosi a "Make a wish", associazione americana nata nel 1980 dal desiderio realizzato di un bambino malato, che voleva diventare poliziotto. Un intero paese si industrio' per realizzare quel sogno, che diede gioia immensa al piccolo, ai suoi, ma anche a tutti quelli che vi avevano contribuito. Da allora hanno realizzato oltre 300.000 desideri.
L'associazione, riconosciuta dall'Onu e premiata come ottima non profit indipendente, oggi e' presente in 50 paesi nei 5 continenti, con 30mila volontari. Make a wish Italia e' considerata fra le 5 migliori al mondo, con il suo alto numero di desideri esauditi e l'83 per cento dei fondi spesi solo a questo scopo. L'ultimo anno, con la crisi, ha visto un certo tracollo delle donazioni da parte delle aziende(un quinto in meno), ma nel frattempo aumentano i ricavi dal 5x1000, l'appoggio dei privati, la pubblicizzazione da parte dei media. "Ora stiamo preparando le iniziative per Natale - spiega Irene Rivara, marketing & communication manager dell'a sede di Genova -, facciamo eventi o ci dedicano i ricavati di altri, sponsor che cerchiamo per singoli desideri e altri che ci cercano e ci offrono beni, o adottano un sogno".
Chiunque, genitori, parenti, amici, infermieri, puo' segnalare un desiderio di un bambino affetto da una grave malattia, ma per realizzarlo ci vuole l'assenso del medico curante che certifichi l'idoneita' rispetto alle cure. "Quando ci chiedono un sogno rispondiamo che faremo di tutto per realizzarlo - spiega Irene - ma purtroppo a volte persino un pc puo' essere dannoso per la salute".
Al di la' delle eventuali, specifiche controindicazioni, la moderna ricerca medico-scientifica dimostra che le emozioni positive si trasformano direttamente in benefici per la salute del paziente, per la riduzione dello stress, la stimolazione del sistema immunitario, la produzione di endorfine, ma soprattutto perche' si esce dall'incubo di isolamento quotidiano e si riacquista la speranza e la voglia di farcela.
"In qualita' di medico, incontro bambini afflitti da ogni tipo di malattia e le loro famiglie - scrive sul sito dell'associazione Keith Goh, noto neurochirurgo pediatrico ed ex presidente del consiglio direttivo di Make a wish International. Quelli che vanno meglio sono quelli che affrontano la malattia con un atteggiamento positivo, di speranza e gioia. Quelli che sono pessimisti, depressi e arrabbiati, solitamente soccombono piu' rapidamente".
Fonte: Redattore Sociale (Wel/ Dire)