"Riforme basate su malattie e non su benessere psicosiale"
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 15 nov. - La maggior parte dell'impegno che un pediatra dedica alle famiglie e' di carattere preventivo. "Una specificita' non colta dalla politica, che non riconosce che l'assistenza ai neonati e agli adolescenti abbia caratteristiche e bisogni diversi rispetto alle altre fasi della vita". È lo sfogo di Antonio De Novellis, presidente dell'Unione nazionale pediatri (Unp).
Una prova tangibile di questa mancanza si puo' cogliere "nelle riforme realizzate nel nostro Paese, che tengono conto della malattia e non del benessere psicosociale delle persone.
Purtroppo in Italia- prosegue il pediatra- la politica si ferma alla parte economica, non parte dai bisogni delle persone ma dal sistema finanziario, ovvero dai contenitori piuttosto che dai contenuti".
I pediatri sono impegnati nella prevenzione per portare i bimbini all'eta' adulta nelle migliori condizioni possibili.
"Ricordiamo che le malattie cardiovascolari, che sono al primo posto come causa di morte- precisa il presidente dell'Unp- cominciano dall'eta' infantile. Se facessimo una buona prevenzione a tutti i livelli, con un forte coordinamento tra le istituzioni, la scuola e le famiglie risparmieremmo in termini economici e di salute". Per De Novellis "basta la volonta', la sensibilita' e la conoscenza dei problemi, cercando le soluzioni a partire da un esame dei bisogni".
Un programma di intervento "non puo' essere realizzato a prescindere dalle persone che operano a contatto con i bambini (pediatri, insegnanti e genitori). Facciamo sedere intorno a un tavolo tutti gli stakeholder per capire quali sono i bisogni reali dei minori a cui vanno date risposte adeguate. Ci metteremo un anno- afferma il medico- ma alla fine avremo una riforma condivisa da tutti e che soddisfa tutti".
La riforma Balduzzi sulle cure primarie "prospetta invece dei modelli nei quali i medici sono raggruppati- spiega De Novellis- pensando che si sviluppera' una maggiore integrazione e migliorera' l'assistenza, ma non e' cosi'. Per arrivare ad una migliore integrazione con le altre branche della sanita' la pediatria deve far rispettare la sua specificita' e capire quali sono le esigenze e le figure che rispondono alle domande dell'utenza".
Le figure che devono operare il cambiamento nella sanita e nella pediatria sono "sicuramente i medici. Dobbiamo valorizzarli non puntando sulle risorse economiche ma su quelle umane". In Italia, "secondo Federfarma, la formazione e' fatta all'80% dai privati e dalle case farmaceutiche e questo puo' portare ad una sacca di collusione". La Unp chiede quindi che "la formazione sia pubblica- conclude De Novellis- a carico dello Stato e avulsa da qualsiasi interesse".
(Wel/ Dire)