(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 15 nov. - "Circostanze di questi giorni ci dicono che i bambini soffrono la mancanza di famiglia e non possiamo pensare di supplire a tale disagio con la somministrazione di psicofarmaci. Lo stato d'ansia dei minori, la depressione minorile, i disturbi alimentari e anche il bullismo sono tutti segni mostrati da soggetti che vivono in una societa' senza padri e madri. Non perche' non ci siano i genitori, ma perche' sono percepiti dai bambini come 'genitori bancomat' che lavorano per loro ma mai con loro, essendosi impoveriti i tempi nelle relazioni per giocare e discutere insieme. La nostra societa' ha piu' bisogno di famiglia che di psicofarmaci". A pensarla cosi' e' Paola Binetti, deputato Udc-Sc, che ha presentato insieme al deputato Sc Bruno Molea un'interpellanza ai ministeri dello Sviluppo economico e della Salute per fare chiarezza su 'Disordini', la prima docu-fiction realizzata da Rai Educational e Specchioriflesso.net (il nuovo sito della Neuropsichiatria dell'ospedale Bambino Gesu') sui disturbi mentali pediatrici.
La bonta' dell'interpellanza "va nella direzione di verificare se sono state prese effettivamente tutte le misure precauzionali per non andare a pubblicizzare con questa fiction dei prodotti che debbano essere all'attenzione della prescrizione medica", ha chiarito Molea. "Vogliamo solo fare chiarezza e capire se sia stata prestata sufficiente attenzione nella costruzione di certi messaggi che possono passare indirettamente e in modo non chiaro, colpendo l'attenzione di chi sta seguendo la fiction. Crediamo- prosegue il deputato Sc- che a volte possa accadere inconsciamente che certi messaggi vengano trasmessi in modalita' che non sempre tutelino chi li recepisce e che magari potrebbe esserne condizionato". L'interpellanza sara' presentata dal deputato Sc in Commissione Vigilanza Rai.
Ecco il testo integrale: Interpellanza I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dello sviluppo economico e il Ministro della salute. ù Per sapere - premesso che: in questi giorni e' in onda sul canale RAI 3 una Docu-Fiction dal titolo "Disordini", prodotta da RAI Educational. Come consulente ed attore della Docufiction e' stato ingaggiato un medico neuropsichiatra di Roma; la fiction RAI in questione si propone di raccontare il disagio mentale che colpisce i piu' piccoli, dall'anoressia all'Adhd, dalla schizofrenia al disturbo bipolare, riproponendo alcune delle situazioni piu' significative affrontate nel corso dell'attivita' del medico - che interpreta se stesso nella Fiction - mentre gli attori, nel ruolo dei pazienti e dei loro parenti, ricostruiscono le vicende dei ragazzi; l'iniziativa, pregevole per certi versi, a parere della interpellante - pare tuttavia viziata da una grave inesattezza di fondo, che ne condiziona l'intera sceneggiatura: il medico consulente RAI si riconosce integralmente nella teoria dell'origine organica/genetica dei disturbi di comportamento al punto da suggerire come terapia di prima linea il trattamento farmacologico; in definitiva, il programma si traduce - inconsapevolmente o no, resta da stabilirlo - in una promozione indiretta per l'uso di psicofarmaci in eta' evolutiva, tralasciando purtroppo la prudenza sempre necessaria in un settore fortemente condizionato dagli interessi di marketing delle multinazionali farmaceutiche, che sull'abbassamento al di sotto dei 18 anni del limite di prescrivibilita' degli psicofarmaci hanno nell'ultimo decennio creato un business da oltre 20 miliardi di Euro di giro d'affari all'anno, anche nel nostro Paese, che com'e' noto e' il 5° mercato farmaceutico al mondo; eclatante ad esempio la puntata della Fiction dedicata all'iperattivita' e deficit di attenzione, dove gia' dai primi incontri con la famiglia il medico prescrive potenti metanfetamine a un ragazzino con problemi di comportamento e di resa scolastica, insistendo con la famiglia affinche' somministri il farmaco; e' utile ricordare che non esiste un'unanime condivisione circa l'approccio farmacologico a questi disturbi, all'intero della comunita' scientifica, ed che e' oltremodo discutibile che in un programma del Servizio Pubblico Radiotelevisivo esso venga invece presentato sistematicamente come "l'unico punto di vista esistente" senza la possibilita' di dar voce a specialisti di diverso orientamento; molte delle ricerche che vengono abitualmente citate a conforto della necessita' di somministrare psicofarmaci ai minori come prima soluzione al loro disagio sono state contestate per essere "di scarsa qualita' e con prove di grave pregiudizio editoriale"; diversi medici e specialisti interpellati sulla Docu-Fiction in questione hanno considerato le stesse evidenze scientifiche alla base della sceneggiatura della Fiction RAI e sono giunti a conclusioni esattamente opposte rispetto a quelle del Consulente RAI ingaggiato per l'occasione, in quanto i problemi di temperamento dei minori possono avere una pluralita' di cause afferenti l'ambiente e il sistema educativo, e il farmaco psicoattivo non dovrebbe mai essere in prima battuta la soluzione per risolvere un disagio comportamentale; la piu' importante rivista medico-scientifica del mondo, il British Medical Journal, ha pubblicato pochi giorni fa un importante editoriale nel quale denuncia i rischi di ipermedicalizzazione proprio dei problemi di comportamento dei minori, mettendo in guardia dal pericoloso incremento nell'uso di psicofarmaci su bambini e adolescenti: - se siano a conoscenza del costo complessivo della realizzazione del prodotto televisivo in discussione; - se non ritengano necessario di sollecitare il servizio pubblico radiotelevisivo a impegnarsi nel garantire su temi cosi' delicati come la salute dell'infanzia un'informazione realmente obiettiva alla cittadinanza, non affidando consulenze a specialisti con un approccio ideologico e a senso unico al trattamento dei problemi di comportamento dei minori; - quali iniziative intendano intraprendere nell'immediato futuro per dare voce - garantendo cosi' un'informazione equilibrata ed equidistante, com'e' nella mission istituzionale della RAI - a quella significativa parte della comunita' scientifica che non si riconosce nell'approccio biochimico al comportamento dell'infanzia e che invoca giustificatamente maggiore prudenza nella veicolazione di messaggi televisivi che possono stimolare la disinvolta somministrazione di psicofarmaci ai minori.
(Wel/ Dire)