(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 8 nov. - Chiude anche la seconda comunita' per minori in difficolta' gestita dall'associazione Nuovo Grillo. A nulla e' valso l'appello lanciato all'inizio di settembre e rimbalzato sui media, anche nazionali. Nessuna novita' sul fronte dei pagamenti da parte delle Pubbliche Amministrazioni con cui l'associazione lavora, ancora fermi a ottobre 2012. "Non c'erano rimasti nemmeno i soldi per fare la spesa e siamo stati costretti a chiudere", racconta Claudio Severoni, presidente dell'associazione.
"Dalle istituzioni non si e' fatto sentire nessuno, ma sembra essere la normalita' in questo Paese", ammette. I minori - 4 quelli accolti su 7 posti disponibili - sono stati trasferiti o rimandati a casa.
"Con tutto quello che comporta a livello di traumi e percorso di reinserimento, che ora devono ricominciare da zero", continua. Due ragazzi sono stati trasferiti in strutture fuori Bologna, mentre gli altri 2, una ragazza calabrese e un ragazzo di Napoli, sono tornati a casa. Interrotti anche i contratti con i 9 dipendenti.
La Nuovo Grillo gestiva dal 1996 comunita' di accoglienza per minori affidati dal Tribunale ai servizi sociali. La principale fonte di finanziamento era rappresentata, quindi, dalle rette pagate da Comuni, Ausl o Regioni responsabili per i minori collocati in comunita'. A partire dal 2011 pero' i tempi di riscossione dei crediti si sono allungati al punto da impedire all'associazione di pagare gli stipendi dei dipendenti, che si sono ridotti a 9, e di ottemperare agli obblighi verso lo Stato. Dal 2012, poi, delle 2 comunita' attive ne e' rimasta aperta solo 1 con una disponibilita' di 7 posti. I pagamenti si sono fermati a ottobre dello scorso anno, costringendo l'associazione a rifiutare le richieste di nuovi inserimenti per mancanza della liquidita' necessaria ad accoglierli. E ora ha chiuso anche la seconda comunita'. "Potremo ricominciare se la situazione si sbloccasse, ma per il momento - conclude Severoni - non vedo vie di uscita".
Fonte: Redattore Sociale (Wel/ Dire)