(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 8 nov. - Il disegno di legge di stabilita' ha ridotto il Fondo nazionale infanzia e adolescenza ad un livello "francamente intollerabile", da 39 a 28 milioni annui, ed e' percio' auspicabile "che il governo stesso riveda una scelta in palese contraddizione con i suoi stessi obiettivi programmatici e con la promessa di prestare particolare attenzione alla famiglia e alla condizione dei giovanissimi. Non possiamo accettare tagli sui nostri figli". Lo chiede ufficialmente, al presidente del Consiglio, Enrico Letta, Michela Vittoria Brambilla, presidente della commissione bicamerale per l'Infanzia e l'Adolescenza, che annuncia comunque la presentazione di un emendamento, sottoscritto da tutti i componenti dell'organismo parlamentare, per ripristinare integralmente la dotazione al livello dell'anno scorso.
Il Fondo, destinato a 15 grandi citta' per iniziative a favore dei piu' giovani, non solo non e' stato mai aggiornato, ma tagliato via via dal 1998. "Fino al livello oggi proposto- sottolinea l'ex ministro- francamente intollerabile. Tanto piu' nel desolante panorama di insufficiente destinazione di risorse alla famiglia e alle giovani generazioni. Confidiamo nella sensibilita' del governo, e del presidente del Consiglio in particolare, verso un tema di importanza centrale per il nostro sviluppo: investire con convinzione sulle nuove generazioni e sui nostri figli. Solo cosi' e' possibile disegnare un futuro vincente per il nostro Paese. Il governo di larghe intese ha l'opportunita' di voltare finalmente pagina sui problemi dell'infanzia e dell'adolescenza. Un'opportunita' che va colta al volo per cancellare la brutta impressione lasciata da un ddl stabilita' che pare ignorare il fatto che tutti i dati sulla spesa sociale, direttamente e indirettamente riferita all'infanzia e all'adolescenza, sono da anni in costante ribasso. Si tratta di una situazione incredibile per un grande Paese civile come l'Italia. Ecco perche'- conclude Brambilla- non possiamo piu' accettare tagli sui nostri figli".
L'Italia, infatti, occupa il ventiduesimo posto su 29 nella classifica Unicef del benessere dei bambini e degli adolescenti nei paesi ricchi, e' al diciottesimo posto in Europa per spese destinate alla protezione della famiglia e dei minori (1,1 per cento del Pil). Per contro, il 17,6 per cento dei bambini e degli adolescenti italiani vive in condizioni di poverta' relativa e il 7 per cento in condizioni di poverta' assoluta, mentre sono a rischio di poverta' ed esclusione sociale quasi la meta' dei bambini che vivono in famiglie con tre o piu' minorenni. In Italia l'11 per cento dei giovani tra 15 e 19 anni sono 'neet' (Not in education, employment or training), il tasso piu' elevato tra tutti paesi industrializzati.
(Wel/ Dire)