(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 31 mag. - Nel 2012 e' aumentata del 36% la percentuale di giovani assistiti presso il Servizio di recupero Dipendenze dell'Ulss 7 di Conegliano (Veneto). In particolare, l'anno scorso su un totale di 256 soggetti in trattamento 48 avevano tra i 15 e i 19 anni. "Un campanello d'allarme", secondo Emanuele Scafato, direttore dell'Osservatorio nazionale alcol dell'Istituto superiore di Sanita', "dal momento che per il 71% di questi ragazzi la cannabis e' la principale sostanza, la seconda e' l'eroina con ben 8 casi, mentre la cocaina riguarda un solo soggetto e l'alcol-dipendenza 5".
Quello che preoccupa l'esperto e' proprio la giovane eta' con cui i minori si avvicinano alle droghe pesanti: "Il 18% dei giovanissimi e' gia' dipendente da eroina e cocaina", anticipando la casistica riportata dal servizio secondo cui tra i 15 e i 19 anni la sostanza di abuso primario e' la cannabis, mentre tra i 20 e i 24 anni e' l'eroina, che ha infatti coinvolto 41 ragazzi. Una tendenza che si conferma dopo i 25 e che riguarderebbe 61 persone (http://tinyurl.com/obctnch).
Michela Frezza, direttore del Servizio di recupero Dipendenze, ha lanciato anche un altro allarme, denunciando nel 2013 l'aumento di consumo di alcol tra i giovani dai 13 ai 15 anni, "eta' del passaggio dalle scuole medie alle superiori, che conferma inoltre quanto le abitudini dei coetanei costituiscano un elemento che influenza il consumo di alcol negli adolescenti ancor piu' del comportamento in famiglia". Nel centro veneto l'alcol dipendenza nel 2012 ha riguardato 78 soggetti, pero' precisa Scafato, "questa condizione emerge soprattutto in eta' adulta, poiche' occorre tempo per diventare dipendenti, anche se la possibilita' di cadere fin dal primo momento in tale situazione puo' aumentare se si assume una droga. La cannabis, secondo i dati forniti dalla Ulss 7 di Conigliano, diventa in questo quadro la droga ponte".
Per il direttore dell'Osservatorio nazionale Alcol "una societa' che normalizza il consumo di una droga quale l'alcol, potrebbe esporre poi piu' facilmente i cittadini al ricorso di altre sostanze".
Infatti, questi dati "ci parlano piu' del problema degli stupefacenti che dell'alcol, perche' l'alcoldipendente non si sente un drogato- sottolinea Scafato- ricorre a servizi sanitari specifici e spesso si reca in centri non situati nella zona in cui vive, non volendo essere riconosciuto". L'alcol dipendenza e' "una patologie che colpisce anche le classi piu' abbienti. Abbiamo 1 milione di alcoldipendenti stimati e solo 58.000 sono seguiti dai servizi". I dati forniti dal Servizio di recupero Dipendenze giovanili rappresentano pero' la "cartina di tornasole di un fenomeno ben piu' complesso, che vede gli adolescenti sempre meno integrati in attivita' sane come lo sport e sempre piu' attratti da altre alternative, loro proposte senza particolari difficolta' nel territorio".
Il quadro piu' inquietante per questi minorenni, spiega l'esperto dell'Iss, "e' il contesto del poliabuso in cui si trovano. È difficile sganciare i piu' giovani da una dipendenza multipla, non ci sono modelli in grado di recuperarli perche' non abbiamo quei ganci di appoggio che possiamo utilizzare con gli adulti. A questi ultimi- aggiunge Scafato- ricordiamo il senso di responsabilita' verso i loro figli, verso la loro famiglia, cosa che non funziona su giovani che non sentono di avere davanti a loro alternative e proposte". Questi dati, infine, non possono essere estesi a livello nazionale, "perche' sono caratteristici di un particolare luogo. Le dipendenze variano a seconda del contesto, delle condizioni sociali e delle offerte provenienti dal territorio. Ad esempio- conclude Scafato- in Friuli la situazione relativa al consumo di alcol e' ancora piu' grave". (Wel/ Dire)