(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 31 mag. - on la fine della scuola sono sempre di piu' le famiglie alla ricerca di un'occupazione sicura e intelligente per i propri figli minori. Un'esigenza accresciuta anche dalle maggiore difficolta' vissuta dal pubblico nel proporre e prestare servizi, una difficolta' figlia della crisi e dei tagli operati agli enti locali. Ecco allora che ad attrezzarsi sono enti religiosi e realta' del non profit, spesso gia' attivi da anni in virtu' di una tradizionale vocazione. In questo senso, illuminanti sono gli esempi di salesiani e dell'Unione italiana sport per tutti (vedi i lanci successivi). Ma anche della rete degli oratori milanesi, che rispondono alle esigenze delle famiglie offrendo soluzioni diversificate e solidali. Non sono pochi, infatti, i nuclei familiari che fanno fatica a far fronte a rette comunque non altissime o semplici buoni pasto.
Il problema di chi ha un figlio disabile. Ma la preoccupazione ancora piu' grande per chi ha un figlio con disabilita'. In questo caso ci sono i centri estivi speciali, ma anche quelli gestiti da parrocchie e associazioni, generalmente qualificati. Non si puo' dire la stessa cosa per quelli comunali, almeno stando a quanto emerge dalla nostra inchiesta (vedi i lanci successivi). In questo caso, infatti, la situazione e' disomogenea: alcuni comuni prevedono, nel bando di assegnazione del servizio, come requisito fondamentale la capacita' di accogliere, con personale specializzato, i ragazzi con disabilita'; in altri comuni, invece, questo riferimento non e' contenuto nel bando e la questione dell'accoglienza della disabilita' e' quindi lasciata alla discrezione dell'associazione che si aggiudica il servizio. Di conseguenza, molti centri estivi comunali non sono di fatto preparati per accogliere bambini con disabilita': si arriva, in alcuni casi, ad escluderli esplicitamente.
Il problema dei costi. All'interno di questo scenario, si inserisce naturalmente il problema dei costi. In un periodo di crisi economica, le famiglie con ragazzi disabili difficilmente hanno la possibilita' di sostenere una spesa "straordinaria" per la gestione del tempo dei figli. Una spesa settimanale che oscilla tra i 20 euro, o anche meno, chiesti dai centri estivi comunali ai 150-160 euro di alcuni centri estivi privati o "speciali.
Fonte: redattore sociale (Wel/ Dire)