(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 31 mag. - "E' dura, ricominciare a vivere e' davvero dura". Il papa' di Karim, Lofti, non si rassegna per la morte del suo bimbo di sette anni, entrato in coma il 19 luglio 2008 dopo che si spezzo' la fune dell'altalena su cui si trovava, nel parco Lennon di Bologna. Karim, di origini tunisine, fu immediatamente ricoverato al Bellaria, dove fu operato alla testa per due volte. Le sue condizioni apparvero subito molto gravi: Karim mori' il 30 ottobre 2009 all'ospedale di riabilitazione San Giorgio di Ferrara. Anche Lofti, come il legale della famiglia Andrea Fornasari, si augura "che si vada fino in fondo. Anche per il futuro di altri bambini", per evitare che si ripeta quanto successo.
Lofti, con la moglie e l'altra figlia, racconta l'avvocato, vivono ancora a Bologna, ma la donna e la bambina sono tornate per qualche tempo in Tunisia: "Anche per stare piu' vicine a Karim, che e' sepolto li'". Oggi la sentenza del gup Alberto Ziroldi ha assolto i tre imputati accusati di omicidio colposo che avevano chiesto il rito abbreviato: il dirigente del settore Verde del Comune Roberto Diolaiti, e i vertici delle coop che avevano l'appalto di manutenzione, ovvero Claudio Pozzi per l'Operosa e Camillo Gardini per Agri 2000. Per Claudio Levorato, di Manutencoop, che invece non aveva chiesto il rito abbreviato, non e' stata accolta la richiesta di rinvio a giudizio. "Il papa'- dice Fornasari- era senza parole quando gli ho comunicato la notizia, si fa fatica a comprendere che dopo tanti anni dalla morte del proprio figlio ancora non ci sono dei colpevoli".
Il processo ora si trasferisce alla Procura di Ferrara (perche' fu appunto li' che Karim mori'): stavolta la Procura dovra' approfondire le eventuali responsabilita' della coop di manutenzione Avola, sulla ditta costruttrice del gioco, la Holzhof di Trento, e su Alfeo Brognara, ex dirigente di Palazzo d'Accursio. A quel punto potrebbe esserci anche un nuovo processo, ma l'eventuale costitutizione di parte civile della famiglia e' tutta da vedere. "Non scelse di farlo in questo processo- ricorda Fornasari- perche' aveva avuto un risarcimento delle parti coinvolte e anche per non prolungare ulteriormente il dolore". Anche se, riferisce il legale, tuttora i due genitori "sono ancora molto provati dalla perdita di Karim".
(Wel/ Dire)