(DIRE - Notizia Minori) Roma, 31 mag. - Nei bambini di Carpi, Novi, Rovereto sul Secchia, Comuni tra i piu' colpiti esattamente un anno fa dal terremoto, sono emersi forti disturbi da stress post traumatico. E tuttavia le condizioni di emergenza in cui hanno vissuto, sembrano aver rinsaldato i legami sociali tra le comunita' colpite ed in particolare tra italiani e stranieri. E' quanto emerge da due ricerche promosse dal dipartimento di Educazione e Scienze umane dell'universita' di Modena e Reggio Emilia, presentate in un convegno.
La prima, dedicata agli effetti psicologici del terremoto sui bambini, e' basata su una indagine sul campo che ha coinvolto 875 bambini, di cui 665 italiani e 210 stranieri e le loro famiglie, intervistati dagli studenti reggiani e modenesi. In base ai risultati presentati a subire lo stress post traumatico sono stati di piu' i bambini stranieri e, tra i genitori, le mamme. Le strategie psicologiche messe in campo per superare la situazione sono state nel complesso "attive". Le performance scolastiche dei bambini si sono rivelate sufficienti.
Contemporaneamente si e' sviluppato un sentimento di appartenenza ad un gruppo unico e un accrescimento della solidarieta' reciproca. Un dato, spiegano gli autori, "per niente scontato in situazioni emergenziali".
Una seconda ricerca sui rapporti tra italiani e stranieri nei campi di sfollati, ha registrato risultati opposti. L'indagine e' stata effettuata nelle tendopoli di Cavezzo, San Felice e Mirandola, e ha evidenziato l'emergere di dinamiche conflittuali tra cittadini del posto e immigrati.
(Wel/ Dire)