(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 24 mag. - "Minori bengalesi spinti dal Comune di Roma all'illegalita', alla strada e allo sfruttamento". E' quanto denuncia Salvatore Fachile, avvocato dell'associazione per gli studi giuridici sull'immigrazione (Asgi), commentando la vicenda dei due ragazzi bengalesi rinchiusi nel Cie di Ponte Galeria da circa 5 giorni. Secondo Fachile, "i due ragazzi sono solo la punta dell'iceberg, perche' questa situazione riguardera' fino a 1.800 ragazzi bengalesi, solo a Roma. Da un po' di mesi, infatti, il comune di Roma sta cercando di mettere fuori dai centri di accoglienza della capitale un numero elevatissimo di minori di origine bengalese precedentemente accolti presso le strutture comunali in base alle loro dichiarazioni suffragate da una visita presso un ospedale pubblico". Si tratta di ragazzi che si sono presentati spontaneamente alla polizia, ha aggiunto Fachile, "che si sono dichiarati minorenni sottoponendosi anche ad una visita medica di accertamento dell'eta' presso una struttura pubblica che li ha riconosciuti minorenni, per poi essere ospitati presso delle strutture, con programmi di integrazione sociale".
Circa 1.800 ragazzi gia' inseriti nei percorsi di integrazione che, fuori dai centri, potrebbero finire per strada. "Sono ragazzi destinati al circuito legale - ha aggiunto Fachile -, ma se li metti fuori, non fai altro che spingerli all'illegalita' e allo sfruttamento". Per circa 50 ragazzi risultati maggiorenni ad una seconda visita voluta dal Comune di Roma, intanto, non c'e' stato scampo. "Sono stati fatti destinatari di un decreto d'espulsione, di una denuncia penale per truffa ai danni dello Stato e alcuni sono stati portati al Cie di Ponte Galeria", ha raccontato Fachile, ma nel Cie di Ponte Galeria ad oggi ce ne sono solo due, per mancanza di posti. Per gli altri non c'e' altro che la strada. "I ragazzi che non sono stati condotti al Cie sono stati sbattuti fuori con una denuncia penale per truffa ai danni dello Stato e con un decreto di espulsione - ha spiegato l'avvocato dell'Asgi -: non finiscono al Cie perche' non c'e' posto. Stanno per strada o ci finiranno presto. Aspettano l'ordine di uscita dalla casa di accoglienza perche' si sono rifiutati di fare la seconda visita. Finiranno a dormire a Termini con un decreto di espulsione in tasca, ma nessuno di loro tornera' in Bangladesh. Sono destinati a rinforzare le fila di quelle persone che vivono nascoste e per strada".
Secondo l'avvocato dell'Asgi, infatti, al Comune non e' bastata la prima certificazione eseguita da una struttura pubblica. "Il Comune ha avuto il sospetto che questi ragazzi fossero maggiorenni - ha spiegato Fachile -, ritenendo gli accertamenti fatti da strutture pubbliche non sufficientemente severi. Cosi' hanno iniziato ad invitare questi ragazzi a sottoporsi ad una seconda visita medica presso la struttura medica militare del Celio. Quasi tutti i ragazzi coinvolti in questa seconda visita, sono risultati maggiorenni". Ma si tratta di accertamenti con "ampi margini d'errore" che non hanno convinto neanche quelli del Cie di Ponte Galeria, che secondo Fachile "hanno sottoposto i primi tre ragazzi inviati ad un'ulteriore visita medica all'ospedale Casilino dove, dopo una radiografia del polso, si sono accorti che erano minorenni e sono stati rilasciati".
La vicenda ha seminato il panico tra gli altri minori ospitati nei centri di Roma. "I ragazzi nei centri sono in subbuglio - ha spiegato l'avvocato -. E' difficile convincerli a non fare manifestazioni spontanee, ma hanno paura". Molti di loro, inoltre, si stanno rifiutando di sottoporsi ad ulteriori visite. Rifiuto che, secondo l'avvocato dell'Asgi, in un primo momento aveva dissuaso il Comune di Roma. Una pausa durata troppo poco. "La settimana scorsa - ha aggiunto Fachile - e' stato emanato un provvedimento da parte di un giudice tutelare che ha detto che questa visita medica del Celio e' piu' affidabile, non come la prima, per cui tutti quelli che risultano maggiorenni da questa seconda visita, devono essere considerati tali. Ma il giudice si e' spinto oltre, dicendo che quelli che si sono rifiutati di fare la seconda visita sono da ritenersi maggiorenni". Ma il pronunciamento del giudice tutelare fa discutere anche per un'altra questione, non di poco conto. Secondo l'Asgi, infatti, il decreto del giudice tutelare di Roma e' discriminatorio, in quanto rivolto espressamente alla comunita' bengalese. "Nel provvedimento si parla di un numero sproporzionato di ragazzi bengalesi - ha aggiunto Fachile -. I numeri, effettivamente, parlano di circa 3mila minori accolti a Roma di cui 1.800 bengalesi, ma tutti quelli coinvolti nelle visite ad oggi sono bengalesi e il provvedimento parla solo di loro. Tutto questo, quindi, ha anche un'impronta etnica".
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