(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 24 mag. - Combattere l'insuccesso scolastico degli adolescenti stranieri iscritti al biennio degli istituti tecnici e professionali di Bologna e Provincia e' l'obiettivo del progetto SeiPiu', giunto alla sua settima edizione e promosso e finanziato dalla Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna.
Il progetto, avviato nel marzo 2007, ha coinvolto circa 500 docenti e 6.000 studenti immigrati di prima e seconda generazione, e si propone di contrastare difficolta' linguistiche, socio-economiche e socio culturale di tutti quegli adolescenti-studenti di recente immigrazione e non sempre di madre lingua italiana. Ma i destinatari del progetto non sono solo gli allievi, ci sono anche i docenti e i familiari. Infatti, l'attivazione o l'aggiornamento del protocollo d'accoglienza delle scuole, la previsione di incontri per condividere nuovi modelli di accoglienza, la creazione di strategie per valutare gli studenti sia nella competenza dell'italiano che nelle varie materie e la traduzione delle comunicazioni inviate dalla scuola alla famiglia, sono solo alcuni dei servizi che gli istituti partecipanti al progetto hanno messo a disposizione degli insegnanti per aiutarli nel loro difficile lavoro.
Tra le priorita' del progetto c'e' l'accoglienza e il tentativo di guardare le problematiche dei giovani studenti stranieri anche nelle relazioni tra loro, con gli insegnanti e con la famiglia. Per questa ragione, i docenti si sono fatti carico di pensare a modelli di integrazione innovativi. Nelle scuole sono stati creati i servizi di tutoraggio e mentoring (affiancamento allo studio pomeridiano) ed e' stato predisposto uno scaffale multiculturale nelle biblioteche scolastiche con l'acquisto di dizionari tecnici in varie lingue. Inoltre, oltre agli sportelli di ascolto per i ragazzi e i loro genitori o gli sportelli di sostegno allo studio e ai tentativi di personalizzare, ove possibile, la didattica, sono nati laboratori di 'socializzazione' reale o virtuale per i giovani. Quindi, corsi di teatro (che aiutano l'oralita'), di danza (che avvicinano dal punto di vista fisico), di scrittura creativa, di musica, di cucina etnica, anche per valorizzare la cultura di partenza degli stranieri.
I docenti, pero', non si sono fermati qui. Per dare una chance in piu' agli allievi e' stato sperimentato l'utilizzo dei social network, dei blog, di youtube. In alcuni istituti studenti e docenti hanno aperto un profilo Facebook per scambiarsi materiali, tenersi in contatto e commentare insieme l'attivita' didattica. Molta importanza, nelle pratiche di laboratorio, e' stata data alla cultura di origine, per evitare che i giovani la rifiutino e si trovino in conflitto con la famiglia, che, solitamente, la ritiene invece di fondamentale importanza per la formazione del figlio. Raggiunti gli studenti, il passo successivo e' stato quello di coinvolgere le famiglie, e in particolare le mamme. Spesso i genitori sono isolati per la scarsa conoscenza dell'italiano, inconsapevoli di come funziona la scuola italiana e di conseguenza frenati a partecipare ai colloqui con gli insegnanti. Talvolta si trovano in difficolta' a relazionarsi coi loro figli che, oltre ad essere in un'eta' particolare, sono anche a meta' tra la loro cultura d'origine e quella che li sta adottando. Per le madri e' nata allora la "scuola per le mamme", con corsi di italiano e di informatica anche per loro, laboratori di cucina etnica, di cucito, di ricamo, di scrittura creativa e con l'organizzazione di visite guidate agli sportelli per l'impiego.
Alcune mamme, cuoche, sarte o estetiste professioniste hanno messo a disposizione le loro conoscenze e sono diventate "maestre" delle altre nei laboratori per genitori. Altre, seguendo questo percorso, hanno addirittura trovato lavoro.
Grazie ai mediatori culturali le mamme hanno capito meglio come funziona la scuola dei loro figli, hanno accresciuto la loro autostima perche' hanno imparato a interagire, a comprendere l'italiano, a socializzare con mamme che parlano altre lingue.
Un'apertura che ha portato benefici in famiglia: ora capiscono meglio i figli e le loro aspirazioni. I ragazzi, da parte loro, hanno mostrato entusiasmo per le madri che 'vanno a scuola' e migliorato la loro rendita scolastica.
(Wel/ Dire)