INFEZIONI GRAVI, CIPE: ECCO I SEGNI PER COGLIERLE IN QUELLI CON FEBBRE
DALL'OLANDA UN MODELLO CHE INCLUDE SEGNI CLINICI, SINTOMI E LIVELLI PROTEINA C REATTIVA.
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 17 mag. - Tra tutti i bambini che giungono in pronto soccorso (Ps), il 10-20% ha la febbre.
Come capire quali sono a rischio di polmonite o di gravi infezioni batteriche (Sbi) e quali invece hanno infezioni virali che si risolvono da sole in pochi giorni? "Esistono diversi modelli predittivi- spiega Giuseppe Gullotta, presidente della Confederazione italiana pediatri (Cipe) sul sito www.pediatri.eu- ma la maggior parte e' poco pratico perche' basato su una quantita' di variabili troppo elevata. Ora, pero', un gruppo olandese ha messo a punto un nuovo modello che include segni clinici, sintomi e livelli di proteina C reattiva, e che e' risultato efficace nello stimare la probabilita' di insorgenza di polmonite e altre Sbi - quali setticemia, meningite e infezioni del tratto urinario - nei bambini con febbre".
Lo studio, pubblicato su British medical journal, ha incluso piu' di 3.200 bambini di eta' compresa tra 1 mese e 15 anni che si sono rivolti a tre unita' pediatriche di due Ps olandesi e uno britannico. I ricercatori hanno costruito un modello predittivo basandosi su una serie di variabili predefinite come eta', durata della febbre, temperatura, tachicardia, tachipnea, retrazione della parete toracica, saturazione di ossigeno inferiore al 94%, aspetto malato, valori di proteina C reattiva nel sangue. "Per ogni piccolo paziente- precisa Gullatta- hanno poi determinato la comparsa di polmonite, altre Sbi, o infezioni di minore gravita'". In questo modo "abbiamo prima derivato e poi validato il modello" spiega la pediatra Rianne Oostenbrink, che ha coordinato lo studio. Durata della febbre, temperatura corporea, tachipnea e una bassa saturazione dell'ossigeno si sono rivelati forti predittori di polmonite, mentre elevati livelli di proteina C reattiva possono essere indice sia di una polmonite sia di altre Sbi. "Elemento discriminante tra le due condizioni- sottolinea il presidente della Cipe- e' la retrazione della parete toracica, segno di una Sbi diversa dalla polmonite". Grazie a una validazione esterna, "possiamo affermare che il nostro modello e' risultato efficace soprattutto nella previsione di polmonite e, anche se meno, di Sbi e altre infezioni", sostiene Oostenbrink. Discriminando tra questi 3 tipi infezione e ripartendo i pazienti in categorie a basso o alto rischio, questo modello predittivo e' "utile dal punto di vista diagnostico perche' permette di gestire il paziente sulla base della condizione prevista, per esempio effettuando ulteriori analisi, come la radiografia toracica, e guidando il medico- conclude Gullotta- nella prescrizione degli antibiotici".
(Wel/ Dire)
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