L'ATTORE: 'IMPORTANTE TRASMETTERE SENSO RESPONSABILITA'
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 17 mag. - "Incontrare i ragazzi e' ormai una consuetudine. I giovani hanno voglia di capire ed e' importante trasmettere un forte senso di responsabilita' a coloro che stanno iniziando a costruire una vita". Spiega cosi' Cosimo Rega, l'ergastolano protagonista del film dei fratelli Taviani 'Cesare deve morire', il senso del suo intervento al teatro comunale di Cave e organizzato dalla sede distaccata 'H.
Matisse' del liceo artistico Roma 2 'Enzo Rossi'.
I giovani studenti vogliono sapere come ci si arriva a far parte di un contesto malavitoso, cosa si prova ad uccidere. "Temi che affronto con inquietudine e con la consapevolezza di dover essere onesto e di dover spiegare bene la mia esperienza- prosegue il detenuto in semiliberta' (art.21)- sono loro ad aiutare me". Nel carcere "si parla solo di passato e di futuro, si ha paura del presente. È uno spazio-tempo completamente diverso da quello che si vive all'esterno, perche' in Carcere gli spazi sono limitati e il tempo diventa enorme, ti distrugge modificando l'aspetto fisico e gli atteggiamenti". Si parla del passato, "di quello che si e' fatto- precisa l'ergastolano- oppure, per sopravvivere, si immagina il futuro. 'Quando ho conosciuto l'arte questa cella e' diventata una prigione' perche' ho scoperto la liberta' di pensiero e la sofferenza di quello che e' stato". I ragazzi con il "loro modo di porsi mi hanno fatto toccare la realta' di un contesto da cui mancavo da oltre trent'anni, la scuola. Io sono andato in carcere che avevo 21 anni- sottolinea l'attore- e avevo solo la quinta elementare, adesso sono al terzo anno di lettere e filosofia e ho scritto un romanzo, 'Sumino o' falco'. È il mio soprannome di quando facevo parte della criminalita'. Li' ho raccontato tutta la verita' e domani lo portero' agli studenti".
L'avventura del teatro, Rega, l'ha iniziata molto tempo fa: "Nel reparto di alta sorveglianza, per vivere e non sopravvivere, iniziai a fare lo sciopero della fame, poi creai un circolo Arci e successivamente una compagnia teatrale. Affrontai testi di Edoardo de Filippo e conobbi Isabella de Filippo che ci offri' la possibilita' di fare 'La Tempesta' di Shakespeare. Poi ho incontrato Fabio Cavalli che ci ha guidato nelle altre opere di Shakespeare".
(Wel/ Dire)