IN TEATRO IL FILM 'CESARE DEVE MORIRE' E INCONTRO CON L'ATTORE REGA
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 17 mag. - Educare i giovani alla legalita' partendo dal concetto di 'recupero' e di 'inserimento sociale'. Come farlo? Mostrando a circa 340 studenti il docu-film 'Cesare deve morire' dei fratelli Taviani. L'iniziativa, organizzata dalla sede distaccata 'H. Matisse' del liceo artistico Roma 2 'Enzo Rossi', si e' svolta giovedi' nel teatro comunale della citta' di Cave alla presenza dell'attore protagonista Cosimo Rega.
Lo studio, l'arte, la recitazione sono tutti strumenti utili per aiutare i giovani precipitati in percorsi sbagliati a ritrovare la retta via, e in questo contesto il liceo artistico di Roma 2 ha una lunga tradizione con la dimensione carceraria. "Siamo presenti da piu' di 8 anni nella Casa circondariale femminile di Rebibbia, ma svolgiamo, in collaborazione con il garante dei diritti dei detenuti del Lazio, Angiolo Marroni, progetti nel carcere in generale, realizzando anche diverse collaborazione con l'Istituto superiore di studi penitenziari".
Ha spiegato il fiduciario del liceo artistico Roma 2 del carcere femminile di Rebibbia, Alessandro Reale. "È dimostrato che chi vive esclusivamente nel sistema carcerario senza svolgere alcuna attivita', nel 67% dei casi torna a delinquere una volta uscito- ha proseguito Reale- mentre chi porta avanti un percorso legato all'istruzione, che sia alternativo al sistema carcerario, compie nuovamente un crimine solo nel 20% dei casi. Una percentuale che si riduce ad 1 se il percorso alternativo nel carcere sia abbina ad un lavoro all'esterno". Un detenuto "pur avendo avuto un'esperienza criminale deve avere l'opportunita' di formarsi per realizzare una sorta di inserimento sociale dopo la pena, per aiutarlo a rientrare nel mondo lavorativo. Il recupero e' fattibile- precisa il professore- si tratta di un problema di organizzazione del sistema giudiziario".
Le carcerate iscritte al liceo artistico sono per lo piu' delle trentenni. "La media di eta' varia dai 30 ai 35 anni- sottolinea Reale- sono donne che si sono macchiate per furti, rapine, prostituzione, spaccio e omicidio. Naturalmente il reato della donna e' diverso per tipologia e motivazione". Secondo il fiduciario, "la donna vivendo in una posizione di debolezza sociale e' portata, talvolta anche costretta a delinquere. Le nomadi, ad esempio, vivono in un sistema prevalentemente maschile dove sono sottomesse e sfruttate attraverso la prostituzione, il borseggio e il furto- aggiunge- sono queste le donne che si iscrivono al nostro liceo". La formazione e' dunque la vera riabilitazione. "Parliamo di una giustizia riparativa che avviene quando il delinquente puo' riparare il danno. Tuttora, all'interno del sistema carcerario convivono due identita' diverse tra loro: il sistema carcerario in se', proiettato nel futuro e finalizzato a far scontare la pena detentiva al soggetto che deve espiare la colpa, e una realta' come la nostra che vive nel presente per portare in avanti un percorso di istruzione e inserimento sociale. Cerchiamo- conclude Reale- di riconciliare queste due anime".
(Wel/ Dire)