CAFFO: DIMENTICATI PRINCIPI CONTENUTI NELLA 'CARTA DI TREVISO'
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 3 mag. - Telefono Azzurro ha assistito "con incredulita' e un senso d'impotenza" all'intervista fatta da alcuni giornalisti di diverse testate al figlio di 11 anni di Luigi Preiti, il protagonista della sparatoria avvenuta ieri di fronte a Palazzo Chigi.
Piu' di 20 anni fa e precisamente il 5 ottobre 1990 e' stata firmata dalla Federazione Nazionale della Stampa, dall'Ordine dei giornalisti e da Telefono Azzurro stesso, la 'Carta di Treviso', un'intesa aggiornata nel corso degli anni che contiene una serie di norme che regolano la tutela dei minori nell'attivita' giornalistica e che trae ispirazione dai valori della nostra Carta costituzionale e dalla Convenzione dell'Onu sui diritti dei bambini ratificata dall'Italia e divenuta legge di Stato n. 176 del 27 maggio 1991.
E' il primo documento di autoregolamentazione deontologica, steso con il supporto di Telefono Azzurro, che impegna di fatto i giornalisti a norme e comportamenti eticamente corretti nei confronti dei minori.
Secondo Ernesto Caffo, neuropsichiatra infantile, professore ordinario dell'universita' di Modena e Reggio Emilia e presidente di Sos - Il Telefono Azzurro Onlus, "nonostante il fatto di cronaca che ha visto protagonista Luigi Preiti sia riprovevole, estremamente drammatico e le sue conseguenze tragiche per tutte le persone coinvolte, Telefono Azzurro non puo' dimenticare l'impegno preso oltre 25 anni fa a tutela dei minori. Per questo motivo riteniamo che con questa intervista al figlio di Luigi Preiti siano state violate la gran parte delle norme contenute nella 'Carta di Treviso' stesa insieme ai piu' autorevoli organi competenti in tema di informazione. Vorremmo evitare che questo si ripeta sia nei confronti del figlio di Luigi Preiti sia di tutti gli altri minori coinvolti in fatti di cronaca e chiediamo quindi che si prendano provvedimenti in tal senso".
(Com/Wel/Dire)