(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 12 lug. - "Se la Fondazione chiude tutti i ragazzi torneranno per strada". A lanciare l'allarme e' don Luigi Merola, presidente della Fondazione 'A Voce d'e' creature' di Napoli, che da venerdi' scorso ha annunciato la chiusura fino a settembre per mancanza di fondi.
Operativa dal 2007 nella storica "Villa di Bambu'" confiscata alla criminalita' organizzata, la onlus realizza attivita' di contrasto alla dispersione scolastica, di sostegno a progetti educativi e di formazione alla cittadinanza attiva. L'anno scorso con "Estate ragazzi" i giovani del quartiere Arenaccia hanno potuto vivere un'estate protetta, ma venerdi' scorso la Fondazione ha chiuso. "Accogliamo ragazzi dipendenti dal gioco, quelli che abbandonano la scuola, quattordici, quindicenni addetti alla contraffazione - spiega don Merola - Li seguiamo con programmi individualizzati e lavoriamo anche con i genitori perche' pensiamo che non e' il ragazzo ad essere deviato, ma lo sono gli adulti. Rappresentiamo l'anticamorra dei fatti".
Sono oltre 150 i minorenni tra i 6 e il 17 anni che trovano nella sede confiscata del boss un luogo protetto dove trascorrere i loro pomeriggi seguendo il doposcuola e i corsi di danza, musica, arte, sport, lingue straniere e informatica. Tre persone sono impiegate a tempo indeterminato nella Fondazione: la segretaria, un addetto alla manutenzione e un'educatrice psicologa. E a dirigere i laboratori, un gruppo di una ventina di volontari, studenti universitari e insegnanti, che dedicano il loro tempo libero alla Fondazione. Inoltre e' attivo un centro di ascolto con la presenza di figure professionali, tra cui un medico, uno psicologo e un avvocato, che operano presso la Fondazione, assistendo gratuitamente chi ne ha bisogno.
Il budget necessario a sostenere tutto questo e' di 60 mila euro l'anno, una cifra raccolta grazie alle donazioni private. "Ci basterebbero 10 mila euro per pagare i laboratori estivi, ma le istituzioni ci voltano le spalle - chiarisce Don Merola - È da 6 anni andiamo avanti senza un euro pubblico.. Abbiamo anche chiesto al comune di Napoli di partecipare ad un bando per un PON, ma ci hanno risposto che era solo per le start up". La Fondazione spiega il deficit economico con una serie di problematiche che si sono presentate contemporaneamente, in primis il pagamento di 15 mila euro di tarsu arretrata degli ultimi 4 anni: "Non abbiamo mai ricevuto le bollette, e alla fine c'e' venuta a bussare alla porta Equitalia. Il sindaco aveva detto che ci avrebbe messo a disposizione un fondo ad ok, ma non ne abbiamo piu' saputo nulla".
Un altro problema sostanziale sollevato da don Merola e' quello relativo alla gestione dei beni confiscati: "Stiamo chiedendo da anni una legge per l'allocazione dei fondi confiscati ai camorristi, che attualmente confluiscono nel Fondo Unico di Giustizia, per la gestione dei beni confiscati. Un'associazione che ha in dotazione un bene e non ha i mezzi per ristrutturarlo o per realizzare progetti sociali deve essere sostenuta dallo Stato altrimenti la da' vinta alla camorra". (Napoli Citta' Sociale) Fonte: redattore sociale (Wel/ Dire)