'SALUTE È DIRITTO DI TUTTI E ASTRAE DA STATUS GIURIDICO GENITORI'
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 12 lug. - "Una decisione in contrasto con le principali norme nazionali e internazionali a tutela della salute del bambino e che rischia di avere anche ricadute negative in termini di efficienza sanitaria". Questo il commento della Societa' italiana di pediatria (Sip) in merito alla scelta del Consiglio regionale della Lombardia di negare ai figli di immigrati irregolari il diritto all'assistenza sanitaria di base garantita dal pediatra di libera scelta.
La Sip nazionale, insieme alla Sip sezione regionale Lombardia e al Gruppo di lavoro nazionale Sip per il bambino immigrato, nel ribadire che "la salute e' un diritto di tutti i bambini a prescindere dallo status giuridico dei genitori" sottolinea che "la decisione adottata dalla Lombardia e' in contrasto con l'art. 32 della Costituzione Italiana, gli artt. 34/35 del Testo Unico per l'immigrazione, il principio del superiore interesse del fanciullo (art. 3 Convenzione New York 1989, ratificata da legge 176/91) ed il principio di parita' di trattamento tra minore straniero e minore italiano (Corte cost. 30.11.1989 n. 536 e Corte cost. 1-8.7.1986 n. 199)".
Secondo Giovanni Corsello, presidente della Societa' italiana di pediatria, garantire il diritto alle cure primarie ai gruppi piu' vulnerabili non significa solo "ridurre le diseguaglianze sociali", ma anche "migliorare l'efficienza sanitaria". L'accesso del minore non regolare all'assistenza del pediatra di libera scelta permetterebbe, infatti, "una piu' efficace attivita' di prevenzione e di diagnosi precoce, riducendo significativamente l'utilizzo improprio dei Pronto soccorso, i ricoveri ospedalieri e le complicanze croniche, con conseguente minor onere a carico della spesa sanitaria pubblica".
Come dimostrano i dati elaborati dalle Regioni in collaborazione con il Gruppo di lavoro nazionale Ccm 'Salute immigrati', Agenas e Osservatorio sulle diseguaglianze nella Salute della regione Marche, "il valore tariffario medio dei ricoveri pediatrici degli immigrati 'non residenti' e' nettamente superiore (circa il 70%) rispetto a quello dei ricoveri pediatrici degli italiani e degli immigrati regolarmente residenti iscritti al Ssn. Anche la durata media della degenza e' maggiore, quasi doppia".
Costi, rileva la Sip, che restano "esigui" in termini di impatto generale sulla sanita' pubblica (i ricoveri di bambini extracomunitari non in regola rappresentano appena lo 0,7% di tutti i ricoveri pediatrici) ma che testimoniano, in maniera inequivocabile, come in assenza di una rete efficace di cure primarie, "i minori non regolarmente residenti arrivano al ricovero in peggiori condizioni di salute e pertanto occorre un maggiore impegno di risorse assistenziali ed economiche per garantire loro adeguate cure".
Consapevoli di cio', molte regioni italiane (Lazio, Pa Trento, Puglia, Liguria, Campania, FVG) hanno recepito con atto formale l'Accordo Stato-Regioni e P.A. siglato nel dicembre 2012 che sancisce il diritto al pediatra di libera scelta anche per i minori figli di extracomunitari non in regola con il permesso di soggiorno. "Ci auguriamo- afferma il presidente della Sip sezione regionale Lombardia Gianvincenzo Zuccotti- che anche la Lombardia recepisca l'Accordo, superando le difficolta' burocratico-amministrative e garantendo cosi' ai minori irregolari che vivono nel nostro territorio quanto gia' avviene in altre regioni".
"Il diritto alla salute non puo' essere parziale", conclude Maria Rosaria Da Riol, segretario del Gruppo di lavoro nazionale per il bambino immigrato. "L'assessore alla Sanita' della Regione Lombardia- continua Da Riol- ha spiegato che i bambini irregolari possono gia' contare su un'ampia offerta di prestazioni fornite dal Sistema sanitario, come le urgenze, riconosciute da tutti i Pronto soccorso, le cure essenziali e gli interventi di medicina preventiva. Resta il fatto- conclude- che sono comunque esclusi da altre prestazioni garantite ai loro coetanei, come ad esempio l'assistenza pediatrica con controlli periodici di salute e monitoraggio dello sviluppo cognitivo e relazionale, l'educazione sanitaria, la prevenzione, il supporto alla genitorialita'".
(Wel/ Dire)