CONTINUA CAMPAGNA SENSIBILIZZAZIONE MINISTERO-DIREGIOVANI.IT
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 28 giu. - "In Italia l'industria delle bevande alcoliche spende per la sola pubblicita' almeno 309 milioni di euro l'anno con un incremento nel breve termine di quasi il doppio degli investimenti. Un impatto notevole", ha affermato Epicentro, il portale dell'epidemiologia per la sanita' pubblica a cura del Centro nazionale di epidemiologia, sorveglianza e promozione della salute, nell'ambito della campagna di comunicazione 'Non perderti in un bicchiere!', realizzata dal ministero della Salute, in collaborazione con Diregiovani.it.
Per questo motivo, "quando si parla di alcol e giovani non si possono valutare solamente le bevande considerate di maggior richiamo per i ragazzi, ma e' necessario prendere atto- precisa il portale- che gli adolescenti consumano tutti i tipi di alcolici con preferenze che variano nel tempo e nei diversi target di popolazione giovanile soprattutto in funzione del tipo, del volume e della frequenza di esposizione al marketing dei differenti prodotti".
Le varie forme di promozione delle bevande alcoliche "favorite prevalentemente nei luoghi di aggregazione giovanile seguono strategie ben definite e estremamente rapide rispetto alle esigenze mutevoli del target giovanile, adeguandosi ai mezzi e ai bisogni dei giovani- spiega Emanuele Scafato, direttore dell'Osservatorio nazionale alcol, Cnesps-Iss- Happy hours, open bar, drink as much as you can, butellon sono pratiche commerciali non solo tollerate dalle amministrazioni locali ma per certi versi incentivati in quanto legate al mercato e alla produttivita' degli esercizi commerciali e pubblici". La linea comune che contraddistingue queste modalita' di marketing "lecite ma discutibili e' che richiamano l'attenzione, la curiosita' e sollecitano omologazione e senso di appartenenza, fidelizzazione nel prodotto milioni di giovani. Comune e' pero' anche il rischio- precisa l'esperto- inevitabile quando si propongono quantita' di alcol da consumare che sono pericolose per il target giovanile sino ai 18 come ribadito, finalmente, dal recente divieto di vendita e di somministrazione di qualunque bevanda alcolica in Italia".
Le politiche di contrasto devono quindi avere, secondo il report europeo, una visione d'insieme che unisca i diversi aspetti del consumo di alcol: dalla tassazione, alla pubblicita', dall'informazione alla prevenzione e ai divieti. "Per esempio- chiarisce Scafato- chi si occupa di prevenzione non puo' non intervenire nella svalorizzazione dei messaggi che il marketing delle bevande alcoliche propone in difformita' rispetto alle direttive comunitarie. Progetti o attivita' di analisi e valutazione dei messaggi della pubblicita', focus group sulle promesse e sui falsi miti della pubblicita' degli alcolici, iniziative rivolte all'innalzamento della consapevolezza del rischio di consumo di tutte le bevande alcoliche, l'incremento delle conoscenze sull'alcol attraverso la disseminazione di informazioni valide e corrette, proposte e attivita' rivolte a incrementare le abilita' di riconoscimento e di gestione del rischio connesso all'uso rischioso e dannoso di bevande alcoliche sono solo alcune delle azioni concrete di cui vi e' necessita'".
Nelle politiche sociali (anche a livello locale) "sarebbero da implementare iniziative rivolte a garantire contesti giovanili alcohol free- aggiunge l'esponente dell'Istituto superiore di Sanita'- in particolare se connessi alle attivita' sportive praticate o seguite in qualita' di supporter, a iniziative ed eventi culturali o musicali in cui l'alcol non dovrebbe mai essere proposto, in particolare sotto forma di messaggi ingannevoli che creino legami tra alcol e miglioramento delle performance personali".
Emerge, infine, "la necessita' (italiana ed europea) di sostituire i codici di autoregolamentazione mirati a garantire un'attivita' con livelli non ottimali di indipendenza dagli interessi commerciali di chi produce alcolici- sottolinea Scafato- e mirare a una co-regolamentazione capace di integrare nei panel di valutazione delle pubblicita' e dei messaggi connessi gli esperti con le competenze proprie dei rappresentanti della salute pubblica attualmente non coinvolti nonostante i richiami europei. Non e' casuale il richiamo, piu' volte sollecitato negli ultimi anni anche dalla Societa' italiana di alcologia (Sia), alla necessita' di abolizione della pubblicita' come avvenuto venti anni fa in Francia e come fortemente raccomandato, nel corso degli anni esaminati dal report, nelle relazioni al Parlamento del ministro della Salute recanti i pareri e le proposte della Consulta nazionale alcol che, prima della sua abolizione, sollecitava sulla base delle evidenze scientifiche l'urgenza di misure atte a diminuire la disponibilita' fisica ed economica delle bevande alcoliche per i minori, gli adolescenti, i giovani per i quali l'alcol rappresenta in Italia la prima causa di morte prematura e disabilita'". Tema di recente ripreso anche da Eufas, la Federazione europea delle societa' scientifiche sull'addiction, e riportato anche in recenti giornate di studio nel Senato italiano.
Una valutazione a parte sull'esposizione dei giovani alla pubblicita' delle bevande alcoliche, che viene fatta sui media on line e audiovisivi, e' stata pubblicata a novembre 2012 sul sito della Dg Sanco nel report "Assessment of young people's exposure to alcohol marketing in audiovisual and online media" (pdf 7,5 Mb). Inoltre, lo stesso argomento e' stato affrontato dal progetto europeo Ammie (Alcohol Marketing Monitoring in Europe) che ha visto l'impegno delle organizzazioni non governative di 5 Paesi (Bulgaria, Danimarca, Germania, Italia e Paesi Bassi) nel monitoraggio delle attivita' pubblicitarie e di marketing relative a prodotti alcolici. Leggi il report finale del progetto Ammie (pdf 5,3 Mb).
Per quanto riguarda la strategia futura, in questo quadro si inserisce, a fare da cornice generale, l'European Action Plan to reduce the harmful use of alcohol 2012-2020 (dal 18 aprile c'e' la versione integrale autorizzata dall'Organizzazione mondiale della sanita' su Epicentro), approvato a settembre 2011 da tutti i 53 Paesi membri della Regione europea dell'Oms, e pubblicato a novembre 2012. "Il Piano, attraverso una panoramica completa del problema, fornisce infatti opzioni politiche per le quali e' dimostrata la capacita' di ridurre i danni causati dall'alcol.
Sono ad esempio riconosciuti efficaci- conclude Scafato- gli interventi orientati alla regolazione dei prezzi, al contesto alcol e guida e quelli che limitano il marketing delle bevande alcoliche".
(Wel/ Dire)