NIDI, ALLARME REGIONE EMILIA ROMAGNA: CRISI E PESO RETTE, CALANO ISCRITTI
"FAMIGLIE IN DIFFICOLTÀ A PAGARE; COMUNI CHIUDONO SEZIONI"
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 28 giu. - Sempre piu' famiglie sono in difficolta' ad iscrivere i propri figli al nido a causa della crisi. Troppo pesante la retta da pagare, se non c'e' un aiuto da parte del Comune. E' l'allarme lanciato dalla Regione Emilia Romagna, in occasione del monitoraggio realizzato in ogni provincia sui servizi educativi, per verificare gli effetti della legge di riforma dell'offerta dei nidi approvata l'anno scorso. La relazione e' stata presentata ieri in commissione Scuola di viale Aldo Moro dall'assessore regionale al Welfare, Teresa Marzocchi. E in appendice si parla appunto delle "criticita' segnalate come effetto della crisi economica in atto".
Nel documento si spiega che il monitoraggio effettuato sulla provincia di Bologna puo' essere considerato rappresentativo dell'intero territorio regionale. E da questa analisi emergono sia "aspetti di criticita'" sia un "apprezzabile sforzo di tenuta" da parte degli enti locali. "Gli effetti piu' deflagranti della crisi si intercettano sotto il profilo della sostenibilita' economica per quanto riguarda il pagamento delle rette- scrive la Regione- numerose sono le famiglie in difficolta' ad adempiere all'obbligo del pagamento, ragione per cui quasi tutti i Comuni della provincia si stanno orientando ad azioni anticrisi relative al ricalcolo delle rette".
Alcuni Comuni, come Imola, "hanno aumentato la disponibilita' di posti part-time per andare incontro alle esigenze dei genitori, che richiedono una tipologia di servizio di minore durata e con costi piu' ridotti rispetto al servizio a tempo pieno". Altri, come Casalecchio (Bologna), hanno optato per il riconoscimento di "un beneficio alle famiglie in difficolta'" col pagamento delle rette, concesso pero' solo a fronte dell'impegno dei genitori a coprire la quota di iscrizione al nido almeno in parte. Il Comune di Crespellano (Bologna), invece, prevede riduzioni o esenzioni per le famiglie in crisi. "Un fattore indicativo dell'emergenza crisi riguarda il calo delle iscrizioni o le rinunce", ammonisce ancora la Regione.
Per far fronte al problema, i Comuni del bolognese hanno adottato diverse strategie. Bazzano, ad esempio, ha fatto un'indagine preventiva con le famiglie, rimodulando cosi' l'offerta: da tre sezioni a tempo pieno e' passato a due sezioni con meno posti piu' una part-time. La situazione "piu' compromessa", sottolinea la Regione, dove cioe' la sezione di nido e' stata totalmente chiusa, e' a Gaggio Montano, nonostante il Comune abbia "riformulato gli scaglioni Isee per agevolare le rette", abbia permesso la possibilita' anche di frequenza part-time e abbia offerto anche l'inserimento anticipato dei bambini, dai nove mesi anziche' dai 12.
(Wel/ Dire)
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