(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 21 giu. - Negli ultimi cinque anni solo il 20-25% degli adolescenti che ha avuto un tumore e' stato curato nelle strutture adeguate. Gli altri sono scomparsi dai radar dell'Aieop (Associazione italiana ematologia oncologia pediatrica): "Sono finiti spesso in ospedali di seconda fascia, dove non ci sono risposte adatte alle esigenze psicosociali e di cure dei pazienti", commenta Andrea Ferrari, oncologo pediatra dell'Istituto nazionale dei tumori di Milano. I ragazzi tra i 14 e i 19 anni non hanno strutture di riferimento: troppo grandi per l'oncologia pediatrica (che ha dei limiti di eta', variabili dai 14 ai 16 anni) e troppo piccoli per l'oncologia "adulta", dove i medici non sarebbero in grado di soddisfare i loro bisogni. E questo si traduce in un maggiore tasso di mortalita' degli adolescenti. L'ultima ricerca 'Eurocare', pubblicata nel 2009, evidenziava gia' come tra gli adolescenti ci fosse un tasso di mortalita' per i tumori del 20-30% in piu' rispetto ai bambini.
Alla luce di questi numeri, Aieop insieme ad Aiom (Associazione italiana oncologia medica) ha istituito una task force, lanciata lo scorso 11 giugno alla chiusura del congresso, "per definire criteri di una nuova oncologia che abbia dei protocolli adeguati anche per gli adolescenti"- chiarisce Andrea Ferrari. In sostanza, reparti che abbiano degli psicologi che possano occuparsi degli adolescenti, dove non ci siano piu' limiti di eta' (visto che la maggior parte dei cancri dai 15 ai 19 anni hanno le stesse caratteristiche di quelli infantili, ndr) e dove ci sia un lavoro particolare per preservare la fertilita' del paziente. Il modello arriva dall'Inghilterra e dagli Stati Uniti, dove sempre piu' ospedali hanno istituito un reparto speciale dedicato agli adolescenti.
All'Istituto nazionale dei tumori di Milano dal 2011 e' partito il "Progetto giovani", coordinato da Andrea Ferrari. I risultati sono stati presentati il 14 giugno durante la giornata della ricerca. L'obiettivo del progetto e' standardizzare l'accesso dei paziente a servizi speciali, particolarmente importanti per gli adolescenti, come il supporto psicologico e la conservazione della fertilita'. "Abbiamo poi cercato di trasformare l'ospedale in un luogo piu' accogliente: i ragazzi hanno partecipato attivamente a dei laboratori su musica e moda", aggiunge Ferrari.
Il "Progetto giovani" non ha "scadenza": e' ormai diventato una specie di protocollo da seguire per dare la giusta risposta agli adolescenti con un tumore. Secondo i dati Aieop 1.745 minori sui 22 mila sono curati nelle strutture dell'associazione oncologica pediatrica.
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