'CIÒ VA FATTO A MOMENTO EMERSIONE, NON DOPO MESI ACCOGLIENZA'
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 21 giu. - "Il Comune di Roma ha convocato diciotto minori bengalesi ospiti delle case famiglia del Comune per sottoporli a nuovi accertamenti medici all'ospedale Militare del Celio. A partire da marzo 2013, il Comune di Roma ha preso di mira i minori bengalesi gia' accolti da mesi nel percorso di inserimento sociale in qualita' di minori stranieri non accompagnati. I ragazzi vengono convocati per un secondo accertamento dell'eta', nonostante siano stati tutti sottoposti a una visita medica presso un ospedale pubblico prima di essere accolti". Cosi' dichiara in una nota l'Asgi (Associazione studi giuridici sull'immigrazione). Che poi aggiunge: "L'accertamento per un ragazzo vicino alla maggiore eta' e' scientificamente poco attendibile, tanto da poter essere interpretato in modo da decretare facilmente il gia' avvenuto raggiungimento della maggiore eta'. Le conseguenze per il minore sono tragiche: viene denunciato per truffa ai danni dello Stato e viene trattenuto in un Centro di identificazione ed espulsione in vista del rimpatrio forzato nel paese di origine".
I ragazzi bengalesi sono ben consapevoli di tutto questo e- riferisce l'Asgi- "vivono nel terrore di essere convocati dal Comune di Roma per il secondo accertamento presso l'ospedale militare. Ieri uno dei ragazzi convocati ha tentato di impiccarsi dentro la casa famiglia, adesso e' ricoverato nel reparto neurologico di un vicino ospedale".
L'Associazione chiede che "la nuova amministrazione comunale interrompa immediatamente questa prassi di identificazione di massa ai danni dei ragazzi bengalesi e di accertare eventuali responsabilita' in capo a chi la sta portando avanti con tanta ostinazione". Infine "offre le proprie competenze affinche' vengano adottate delle buone prassi che, alla luce dei piu' recenti orientamenti accolti anche dal ministero dell'Interno (partendo dal c.d. Protocollo Ascone e in considerazione del lavoro del tavolo Stato/Regioni) assicurino un corretto e rigoroso accertamento dell'eta' al momento dell'emersione del giovane straniero e non dopo mesi dalla sua accoglienza".
(Wel/Dire)