(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 7 giu. - Cosa mangiate di piu'? Vi piace provare nuovi sapori dolci o salati? Fate colazione prima di andare a scuola? E di solito praticate giochi dinamici o sedentari? Queste alcune delle domande che sono state rivolte ad un campione di 800 bambini tra i 3 e i 9 anni, di Martina Franca (Taranto), nel corso di un'indagine sull'alimentazione dal titolo "La Borsa delle Buone Azioni", promossa da Sipps (Societa' italiana di pediatria preventiva e sociale) in collaborazione con Editeam, con l'obiettivo di promuovere un approccio all'educazione alimentare basato sulle effettive percezioni, curiosita' e richieste dei diretti interessati, i bambini.
Un primo dato interessante emerso dall'analisi in questione, che ha coinvolto 308 bambini di scuola materna e 486 dai 6 ai 9 anni, e' che il pensiero del cibo viene associato prevalentemente a un alimento specifico soprattutto nei bambini in eta' prescolare, che vivono l'alimentazione anche in relazione al suo effetto direttamente legato alla crescita. I bambini piu' grandi, invece, pur senza perdere di vista i cibi, rivelano una maggiore sensibilita' nei confronti dei sapori, il che entra in piena sintonia con lo sviluppo di preferenze e con la ricerca di abbinamenti o preparazioni specifiche. In altri termini, se per i piu' piccoli la pasta e' quella che si acquista al supermercato, magari con una determinata forma, in eta' scolare essa si materializza idealmente in un piatto che esprime le preferenze di ciascuno.
"Questa considerazione potrebbe essere di particolare utilita' nell'approccio all'educazione alimentare nelle 2 categorie di bambini oggetto dell'indagine, la cui percezione e' peraltro ben differenziata- osserva il coordinatore del progetto, Francesco Pastore, pediatra di Famiglia a Martina Franca e componente del network Gps (Genitori pediatra scuola): per i bambini della scuola materna ogni materia prima ha un fascino da scoprire, mentre con la crescita e con l'esperienza, si raggiunge un affinamento del gusto caratterizzato da nuovi criteri e nuove esigenze".
Dall'indagine emerge, in netto contrasto con quanto spesso lamentano le mamme, il dato sulla curiosita' dei bambini verso sapori nuovi: 6 su 10, in entrambe le fasce di eta', ammettono la loro disponibilita' a nuove esperienze culinarie, senza preferenze specifiche per il dolce o il salato. Una differenza alquanto netta tra le 2 fasce d'eta' considerate riguarda, invece, la preoccupazioni dei genitori: in eta' prescolare esse sembrano focalizzarsi su un consumo di cibo ritenuto insufficiente o su una scarsa varieta' della dieta; con la crescita dei bambini, al contrario, aumenta il timore di un'alimentazione eccessiva che possa determinare il rischio di sovrappeso. Un concetto, questo, ancora piu' avvalorato dalla diversa concezione che i bambini hanno della dieta: i piu' grandicelli, infatti, tendono a considerarla un sacrificio piuttosto che un modello comportamentale.
Se, infine, appare positivo il riscontro sull'abitudine a consumare la prima colazione, che viene saltata soltanto dal 6% dei bambini, contro dati ben piu' elevati (fino al 20%) emersi da indagini condotte in precedenza sul territorio nazionale, lo stile di vita puo' sollevare qualche perplessita'. A fronte del 94% dei bambini di scuola materna che afferma di giocare all'aria aperta, infatti, la percentuale si riduce di 8 punti in eta' scolare, fascia di eta' in cui 2 bambini su 3 dichiarano di praticare almeno un'ora di sport ogni settimana e altrettanti ammettono di impiegare il tempo libero guardando la televisione.
"La prevenzione dell'obesita', che nasce dall'apprendimento di un corretto stile di vita,-sottolinea Piercarlo Salari, pediatra di consultorio a Milano, componente Sipps e responsabile scientifico del progetto-, deve cominciare sin dai primi anni di vita, grazie al modello che i genitori offrono ai figli con il proprio comportamento e le proprie scelte. Al tempo stesso bisogna tener conto di come i bambini "vivono l'alimentazione, quanto sono aperti alle novita', quali sapori preferiscono e se, di fatto, amano essere dinamici o sedentari".
"Scopo dell'iniziativa- prosegue Salari- e' quello di far esprimere liberamente i bambini, coinvolgendo anche una fascia d'eta', quella prescolare, che spesso non e' oggetto di indagini per l'oggettiva difficolta' di acquisire informazioni".
"Non si tratta pero' soltanto della fotografia di una realta' locale- puntualizza Giuseppe Di Mauro, presidente della Societa' italiana di pediatria preventiva e sociale (Sipps)- ma anche di un progetto che, oltre ad avere tutti i requisiti per poter essere esportato in altre aree geografiche, offre anche spunti a tutti gli operatori - pediatri, educatori, insegnanti e genitori - per implementare con i bambini un dialogo costruttivo per insegnare a mangiare correttamente".
(Wel/Dire)