ALCOL, EPICENTRO: È UNA DROGA, FA MALE AL CERVELLO, DANNEGGIA ORGANISMO
CAMPAGNA DI PREVENZIONE MINISTERO SALUTE-DIREGIOVANI.IT
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 7 giu. - "L'alcol e' una droga, fa male al cervello, danneggia l'organismo, altera l'autocontrollo e riduce la memoria". Lo rivela un articolo di Epicentro, il portale dell'epidemiologia per la sanita' pubblica a cura del Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute, ripreso nell'ambito della campagna di comunicazione contro l'abuso di alcol del Ministero della Salute, in collaborazione con Diregiovani.it, 'Non perderti in un bicchiere!', con l'obiettivo di sensibilizzare e informare i giovani sui rischi e gli effetti prodotti dal consumo e dall'abuso di alcol.
Di seguito Epicentro, presenta le evidenze disponibili in riferimento agli effetti nocivi del consumo alcolico, articolandole in base alle principali categorie di effetti dell'alcol(http://www.epicentro.iss.it/passi/rapporto2011/indicato ri%20alcol/IndicatoriAlcol2011_sezI.pdf): Tossicita' acuta Il rischio di lesioni traumatiche in generale aumenta con la quantita' ingerita in ciascuna singola occasione e con la frequenza di tali occasioni. L'occasione e' definita come episodio di consumo di dosi ravvicinate, nell'arco di alcune ore, per cui l'alcolemia non si azzera tra l'una e l'altra. Le linee guida definiscono differenti soglie di consumo per singola occasione, caratterizzate da differenti livelli di rischio. E' opportuno ribadire che tali soglie servono per fornire indicazioni operative, facilmente comprensibili a livello di popolazione, e percio' tendono a semplificare le situazioni, che nei singoli individui verosimilmente si associano a rischi diversi.
- Una soglia per la vita di tutti i giorni: le LLGG australiane la fissano, per entrambi i sessi, a >2 unita' alcoliche (UA) in una singola occasione. Rimanendo al di sotto di tale soglia, il rischio di morte per trauma rimane basso, anche in caso di assunzione quotidiana di alcol.
- Una soglia da non superare mai, neppure eccezionalmente, perche' comporta un sostanziale incremento di rischio di lesioni traumatiche, anche in caso di consumo episodico; corrisponde in pratica alla definizione di 'binge drinking': questo concetto ha pero' anche ulteriori implicazioni sotto il profilo del rischio (vedi piu' avanti). Le LLGG australiane fissano questa soglia a >4 UA, per entrambi i sessi, argomentando che, pur essendo l'aumento dell'alcolemia maggiore nelle donne a parita' di dose assunta, le differenze comportamentali determinano nelle donne un minore rischio di lesioni traumatiche a parita' di alcolemia. Il CDC ed altre istituzioni/gruppi di esperti differenziano invece la soglia nei due sessi (>4 UA per gli uomini e >3 UA per le donne). Passi ha adottato nel suo questionario domande basate su quest'ultima soglia per agevolare la confrontabilita' con i risultati americani.
- Una soglia per situazioni speciali, caratterizzate dalla necessita' di una piena lucidita' e padronanza delle proprie capacita' psico-fisiche: guidare auto e moto-veicoli, aeroplani, imbarcazioni; sciare, nuotare, ecc. In questi casi il consumo alcolico comporta un rischio immediato di danni sia alla persona che beve sia a terzi, per cui e' consigliabile l'astensione completa. Particolare rilevanza ha, per la sua frequenza e per l'impatto sulla salute pubblica, la guida di veicoli sotto l'effetto dell'alcol, per la quale la legislazione vigente in molti paesi stabilisce un livello di concentrazione di alcol nel sangue che non deve essere superato (in Italia 0,5 g/lt).
Prendendo come riferimento tale soglia legale, sono state predisposte delle tabelle per consentire a ciascuno di stimare il livello di alcolemia presumibilmente raggiunto in base al consumo di diverse bevande alcoliche prima di mettersi alla guida. A tal proposito, va sottolineato che assumere alcol fuori pasto determina, a parita' di quantita' consumate, incrementi dell'alcolemia sensibilmente maggiori (sino a due volte di piu'). - Una soglia per i giovani. I giovani fino a 25 anni, a parita' di alcolemia, sono esposti, rispetto agli adulti, ad un rischio maggiore di incidenti e di lesioni traumatiche, per la loro relativa inesperienza e per la minore tolleranza all'alcol. Molte nazioni, compresa l'Italia, hanno stabilito una soglia legale di alcolemia piu' bassa (talora pari a zero) per i guidatori piu' giovani e/o che hanno preso la patente da pochi anni.
Dipendenza/abuso alcolico Una vera e propria dipendenza, caratterizzata dai criteri diagnostici del DSM-IV (tolerance, sintomi di astinenza, ricerca compulsiva, ecc) colpisce una minoranza delle persone adulte (il 4% circa negli USA), ma si stima che una proporzione ben piu' elevata (circa un quarto degli adulti in America) abbia modalita' di consumo che li espongono ad un maggior rischio di sviluppare dipendenza/abuso alcolico.
Diversi fattori sono associati al rischio di diventare alcol-dipendenti.
- L'eta' a cui si inizia a bere alcol. Il rischio di sviluppare dipendenza aumenta di 4 volte se si inizia a bere a 15 anni o prima. I nuovi casi di alcol-dipendenza raggiungono il livello massimo a 18 anni, mentre calano drasticamente dopo i 25 anni.
Situazioni di dipendenza/abuso alcolico insorgono con minor frequenza se i giovani iniziano ad assumere alcol sotto il controllo dei familiari.
- La quantita' di alcol consumata in media al giorno. Diversi studi evidenziano che all'aumentare del consumo medio giornaliero di alcol si osserva un incremento del rischio di sviluppare alcol-dipendenza, che diviene sostanziale se le quantita' sono elevate.
- Le modalita' di consumo. Frequenti episodi (almeno una volta alla settimana) di 'binge drinking' (>4 UA per gli uomini e >3 UA per le donne), oltre ad essere di per se' un indicatore di consumo alcolico inappropriato, sono un fattore di rischio per lo sviluppo di dipendenza alcolica.
Effetti nocivi sugli organi da esposizione cronica Il consumo abituale di alcol, in particolare in quantita' non moderate, comporta un incremento del rischio di malattie importanti (oltre 50 patologie diverse, quali cirrosi epatica, pancreatite cronica, alcune malattie cardiovascolari e tumorali, disturbi neuropsichiatrici, effetti sulla gravidanza e sul feto, ecc).
Il rischio di sviluppare tali malattie dipende da diversi fattori. - Quantita' di alcol consumato. Il rischio cumulativo di morte per malattie alcol-correlate aumenta in funzione dell'entita' del consumo medio. In entrambi i sessi, rimane ben al di sotto dell'1% se il consumo medio giornaliero e' pari a due unita' alcoliche, mentre triplica, superando la probabilita' dell'1%, passando da una media di 2 a 3 UA al giorno.
- Sesso. Mentre per consumi medi e moderati le differenze di rischio tra i due sessi sono modeste, il rischio diviene decisamente piu' alto nelle donne se i livelli di consumo sono piu' elevati - Eta'. Consumi moderati (1-2 UA al giorno) in persone di mezza eta' o anziane (> 40-45 anni) sono associati secondo molti studi ad una riduzione del rischio di mortalita' cardiovascolare, per cui l'effetto complessivo sulla mortalita' totale potrebbe risultare protettivo (in assenza di contro¼indicazioni). Viceversa nelle persone piu' giovani non sono dimostrati effetti di questo tipo, e il rapporto esposizione/mortalita' appare lineare.
- Modalita' di consumo. Il contesto di assunzione di bevande alcoliche (a pasto o fuori pasto; in situazioni caratterizzate dal controllo sociale o meno) influenza la mortalita' totale dovuta all'alcol. Il consumo fuori pasto aumenta l'incidenza di malattie croniche, quali malattie del fegato, ipertensione, cardiopatia ischemica. Anche gli episodi di consumo episodico eccessivo ('binge drinking') contribuiscono a determinare un danno organico piu' grave.
- Casi speciali. In alcune condizioni l'assunzione di alcol e' del tutto controindicata per la probabilita' di effetti nocivi gravi anche con dosi modeste, in particolare: - persone con patologie che possono essere aggravate dall'alcol (es. malattie del fegato) o che hanno gia' avuto problemi di dipendenza; - persone che assumono farmaci con cui l'alcol puo' interagire, potenziandone o riducendone gli effetti; - gravidanza (in atto o prevista) e allattamento.
(Wel/ Dire)
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