'ABUSI SESSUALI AVVENUTI: NESSUNA SUGGESTIONE O CONTAMINAZIONE'.
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 18 gen. - Gli abusi sessuali nella scuola materna 'Olga Rovere' di Rignano Flaminio sono effettivamente avvenuti nell'anno scolastico 2005/06, ai danni di almeno una quindicina di bambini, rispetto ai 21 costituiti parte civile. Quindi, non c'e' stata alcuna contaminazione tra i reperti e nessuna suggestione da parte di bambini e genitori. E' quanto sostenuto nel ricorso in Appello presentato dalla Procura di Tivoli nei confronti della sentenza che, il 28 maggio scorso, ha assolto con formula piena, perche' il fatto non sussiste, dall'accusa di violenza sessuale, maltrattamenti, corruzione di minore e sequestro di persona, tre maestre (Patrizia Del Meglio, Silvana Magalotti e Marisa Pucci), una bidella (Cristina Lunerti) e un autore tv (Gianfranco Scancarello, marito della Del Meglio). Nelle 200 pagine di ricorso depositate, la Procura smonta punto per punto la sentenza definendo incomprensibili le ragioni dell'assoluzione.
In particolare, secondo la Procura, gli elementi accusatori dell'incidente probatorio sarebbero stati mortificati. Ad esempio i luoghi dove si sarebbero svolti i fatti sono stati riconosciuti dai bambini: descritte le abitazioni, le auto e anche i dettagli fisici di alcuni degli imputati. Dunque, tutto questo per gli inquirenti non puo' essere considerato frutto di immaginazione o suggestione soprattutto se nei capelli di due bimbe sono state trovate tracce di benzodiazepine. Ma soprattutto, per la Procura non possono essere ignorate le lesioni psico-fisiche sulle vittime che il Tribunale, nelle motivazioni alla sentenza, ha giustificato con 'toccamenti' che i bambini si facevano mentre erano in giardino.
Tra loro, infatti, sei presentavano turbe psichiche, quattro lesioni all'ano e due all'imene.
Per uno degli avvocati di parte civile, l'avvocato Antonio Cardamone, legale di alcune famiglie di bambini coinvolti "e' evidente che un ulteriore vaglio processuale e' necessitato dalla contraddittorieta' delle affermazioni. E' stata una sentenza- ha spiegato- che fin dalla sua prima lettura abbiamo trovato contraddittoria e paradossale. Da un lato afferma che i bambini sono stati comunque sottoposti a strani 'giochi' certificando la presenza di abusi da parte degli imputati, dall'altro si assolvono gli stessi imputati con la formula perche' il fatto non sussiste".
Per l'avvocato Giosue' Bruno Naso, difensore di una delle imputate, "la tetragonia dell'accusa non si rassegna nemmeno di fronte a una sentenza che in fondo e' stata fin troppo benevola nei confronti della prospettazione accusatoria, non potendo far altro che riscontrare la totale insussistenza delle ipotesi di reato contestate".
(Wel/ Dire)