(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 18 gen. - In Italia aumenta il suicidio adolescenziale e sempre piu' giovani tra i 14 ai 17 anni decidono di togliersi la vita. L'Isolamento sociale e il bullismo a scuola o su internet (cyberbullismo) potrebbero essere solo alcune delle cause scatenanti. Ma e' possibile prevedere l'intenzione suicidaria nei ragazzi? "È una domanda giusta, perche' quando accade una situazione del genere e' il primo interrogativo che si pongono tutti per capire di chi e' la responsabilita'. Ma e' rarissimo che una persona possa accorgersene, perche' e' difficile che vengano lasciati indizi. Oltre i familiari, anche gli insegnanti, i compagni e gli amici non avrebbero potuto prevederlo". Lo ha spiegato Federico Bianchi di Castelbianco, psicoterapeuta e direttore dell'Istituto di Ortofonologia (Ido), intervenendo a 'I fatti Vostri' su Rai 2 in riferimento al suicidio di Luigi Casavecchia, un sedicenne che nel 2005 si tolse la vita presso il garage di casa sua.
"Si tratta spesso di ragazzi con un mondo personale e melanconico e con un tono dell'umore basso- ha proseguito lo psicoterapeuta- sono giovani che hanno mantenuto un'immagine di serenita' finche' hanno potuto". Non si tratta di gesti che possono "esplodere da un momento all'altro, come se fossero delle bombe ad orologeria. È vero che esternamente mantengono un comportamento sociale anche brillante, ma internamente, nel loro mondo personale, vivono una difficile situazione che non mettono in mostra. Vi e' quindi- ha precisato Castelbianco- un vissuto negativo precedente di cui non abbiamo traccia". Per questo motivo prevedere tali avvenimenti e' "impossibile, a meno che non ci siano situazioni evidenti come nel caso della perdita di lavoro, che pero' riguarda generalmente gli adulti". Negli adolescenti e' "tutto diverso- ha sottolineato lo psicoterapeuta- perche' sono processi che crescono nel tempo. Non si tratta di una situazione che e' improvvisamente precipitata ma di una situazione di fragilita' e forte sensibilita' che porta il giovane ad una elaborazione costante che lo rende ulteriormente vulnerabile".
Luigi si e' suicidato nel garage di casa "perche' voleva essere trovato dalla famiglia. Questo e' un discorso affettivo- ha spiegato il direttore dell'IdO- il ragazzo non riesce a vivere ma vuole essere trovato dai familiari proprio perche' lui e' parte di quella casa". La mamma del giovane, Stefania Casavecchia, ha denunciato poi una situazione di 'tabu'' nei riguardi del suicidio adolescenziale: "7-8 anni fa non si poteva parlare di suicidio in tv- ha affermato la donna- si temeva il rischio di emulazione, invece in questi ultimi tempi si parla tantissimo dei suicidi dovuti alla crisi economica. Ci deve essere piu' informazione, anche per sostenere le famiglie nell'elaborare il lutto. C'e' sempre la tendenza a dare la colpa a qualcuno, invece bisogna imparare a comprendere quanto accaduto senza nascondersi o vergognarsi". A tal fine e' nata l'A.M.A (Auto Mutuo Aiuto), un'associazione volta ad assistere i familiari delle vittime (per contattare l'associazione: 07751692092; cell. 3401424821).
Se prevedere l'intenzione suicidaria e' molto difficile, resta sempre importante fare attivita' di prevenzione verso i ragazzi con disagio che risultano i piu' vulnerabili: "Il criterio deve essere l'ascolto. Nelle situazioni in cui, soprattutto a scuola, i docenti comprendono che un bambino/ragazzo stia vivendo una situazione difficile e' necessario- ha concluso Castelbianco- far si' che venga ascoltato e accolto, affinche' anche chi sta male sappia di poter parlare e avere qualcuno con cui confrontarsi. Si tratta di una sorta di prevenzione indotta per i ragazzi". (Wel/Dire)