MOIGE E IL WEB: RETE NASCONDE INSIDIE, EDUCARE ALL'USO
4 RAGAZZI SU 10 ADESCATI SU INTERNET, 2 NON LO RACCONTANO
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 11 gen. - Educare ad un corretto uso del web, perche' "la rete nasconde insidie". È l'argomento centrale della conferenza-evento 'Educare per educare' ad un corretto uso del web, promossa dal Moige, Movimento italiano genitori, in collaborazione con Regione Lazio - Assessorato ai Rapporti con gli Enti Locali e Politiche per la Sicurezza - che si e' tenuta presso la sala Tirreno della sede della Regione Lazio. Nell'occasione, tra le altre cose, sono stati nominati 'Ambasciatori di un corretto utilizzo di internet' gli studenti di scuola media presenti questa mattina.
L'evento, durante il quale si e' svolto un interessante dibattito in tema di prevenzione e informazione sul corretto utilizzo di internet e sui suoi rischi, e' stato strutturato in forma di dialogo aperto, volto alla formazione dei 200 partecipanti tra ragazzi e docenti, grazie a interventi di rappresentanti del mondo scientifico, esperti sul tema e della Polizia Postale e delle Comunicazioni. Al loro rientro a scuola, i ragazzi si occuperanno di trasmettere quanto appreso ai compagni della propria scuola.
Da un'indagine condotta nel mese di aprile 2012 dall'istituto demoscopico Swg per il Moige e' emerso che: i minori navigano, 'troppo' tra le tra le 3 e le 4 ore giornaliere. Osservando i dati si rileva che, a fronte dei due terzi dei ragazzi che naviga sul web non piu' di 3 ore al giorno, piu' di un terzo (soprattutto maschi) lo fa per ben oltre 5 ore. Per quanto riguarda i limiti e le preoccupazioni dei genitori, il dato per nulla rassicurante e' che la percentuale dei padri e delle madri che pongono dei limiti ai propri figli sul tempo di navigazione ammonta a meno del 20%, mentre 8 genitori su 10 si fidano di loro e non stabiliscono alcuna restrizione. Preoccupa su questo fronte anche il 17% di genitori che non da nessun consiglio ai figli su cosa non fare nel web.
Ben 6 ragazzi su 10 non hanno computer dotati di sistemi di sicurezza e filtri per il controllo di accesso a siti dai contenuti pedopornografici e violenti. Addirittura 4 ragazzi su 10, per la maggior parte minorenni, vengono approcciati in Internet da sconosciuti che chiedono loro dati personali o fanno proposte indecenti (40% del campione, percentuale che sale a 52% per le femmine, cioe' 1 ragazza su 2).
La reazione della maggioranza e' di interrompere subito la connessione, ma un terzo di coloro che hanno vissuto questa esperienza ha contin uato a chattare seppur senza rivelare i propri dati. Cio' che colpisce maggiormente e' che la meta' di coloro che hanno avuto questo genere di esperienze non ne abbia fatto parola con nessuno, e che solo una piccola parte ne abbia parlato con i genitori, e ancor peggio che un 4% abbia accettato di corrispondere alle proposte ricevute. È inferiore al 30% la quota di giovani alla quale non e' mai capitato un episodio sgradevole (richiesta di informazioni personali, visualizzazioni immagini porno) mentre navigava in rete.
"Garantire la sicurezza dei bambini: si trovino essi in casa, in strada o, online, sulle autostrade virtuali. È un impegno essenziale da cui il nostro Paese non puo' permettersi di derogare. L'assessorato che dirigo si sta muovendo proprio in questa direzione con progetti mirati affidati all'esperienza dell'Osservatorio tecnico scientifico per la Sicurezza e la Legalita' della Regione Lazio". Sono le parole di Giuseppe Cangemi, assessore agli Enti Locali e Sicurezza, Ambiente e Sviluppo sostenibile, Politiche dei rifiuti della Regione Lazio.
"Consapevoli che le istituzioni debbano fare il possibile per garantire la sicurezza e l'incolumita', soprattutto dei bambini- ha detto ancora- non possiamo e non vogliamo dimenticare che i primi tutori dei giovani siano i propri genitori: anche a loro sono indirizzati i nostri progetti di educazione. Risulta evidente che, a scuola, gli insegnanti possono seguire i propr i allievi, nel corso della navigazione su internet. La Polizia postale lavora ininterrottamente per scovare comportamenti illegali e veri e propri abusi sui minori". Per Cangemi "resta il fatto che, come ben emerge dalle indagini del Moige, e' nella tranquillita' delle mura domestiche che i bambini sono troppo spesso lasciati alla merce' di se stessi e della propria inesperienza. Ai genitori dico che devono essere i primi a responsabilizzarsi per poter responsabilizzare i propri figli.
Perche', altrimenti, progetti pur meritevoli come quello del Moige che abbiamo immediatamente preso a cuore, non riusciranno a sortire l'effetto sperato e serviranno a poco".
Nonostante internet non sia stata creata per i bambini, questi ultimi iniziano a farne uso in eta' sempre piu' precoce. Quattro bambini su dieci dichiarano di essersi imbattuti in situazioni rischiose online, quali il bullismo online, l'esposizione a contenuti creati dagli utenti che promuovono l'anoressia o atti di autolesionismo e l'uso improprio dei loro dati personali. Si ritiene che entro il 2015 il 90% dei posti di lavoro in tutti i settori richiederanno competenze tecnologiche, ma soltanto il 25% dei giovani dichiarano di possedere livelli 'elevati' di competenze di base di internet, per tutti questi motivi riteniamo che i giovani debbano maturare una sana com petenza della risorsa tecnologica, ma tutelati dai rischi sempre piu' in agguato".
"Il progetto ha l'obiettivo di informare i ragazzi sui rischi connessi ad un uso improprio della rete- dichiara Rosario Vitarelli, presidente dell'Osservatorio tecnico scientifico per la Sicurezza e la Legalita' della Regione Lazio- La diffusione della cultura della legalita' tra i piu' giovani promossa dall'Osservatorio con numerosi progetti nelle scuole della Regione Lazio, parte soprattutto dalla lotta agli abusi sui minori ed alla prevenzione del fenomeno della pedofilia che in Italia registra una quota allarmante di 'sommerso'".
Ai pericoli derivati da contatti con sconosciuti in rete "per i bambini e i ragazzi di oggi si aggiunge il rischio culturale di non saper valutare l'affidabilita' e la qualita' delle risorse trovate su Internet- ha commentato Michele Crudele, esperto di legalita' informatica, direttore del portale www.ilfiltro.it per la difesa dei minori in rete- Usano google e la wikipedia ma non sanno come funzionano e si fidano ciecamente di quanto ottengono in risposta alle loro domande. È necessaria una rivoluzione nel modo di affrontare in famiglia e a scuola l'approccio a Internet dei piu' giovani".
Cosi' David Martinelli, medico chirurgo presso l'ambulatorio per le dipendenze da internet del policlinico Gemelli: "Partendo dall'esperienza del nostro ambulatorio abbiamo analizzato le profonde modificazioni che le nuove tecnologie hanno introdotto nel nostro modo di vivere, valutando come tali cambiamenti non abbiano influenzato solo gli aspetti pratici, ma anche il modo stesso di percepire la realta'". Internet e' ormai "il mezzo di comunicazione piu' diffuso, soprattutto tra i giovani, per questo deve essere utilizzato osservando regole che consentono di evitare i rischi e i pericoli che si possono incontrare durante la navigazione", dichiara Marco Valerio Cervellini, Polizia Postale e delle Comunicazioni.
Secondo Maria Rita Munizzi, presidente nazionale del Moige, "in pochi anni internet e' entrato prepotentemente nella vita dei nostri figli sotto tutti i punti di vista, dallo studio alla socializzazione con i coetanei. Molto spesso, pero', la rete cela delle insidie, dei pericoli reali come la pedopornografia e il cyberbullismo che possono danneggiare in maniera grave l'integrita' e l'incolumita' dei minori, spesso inconsapevoli dei rischi che si nascondono dentro il web. Per questo e' necessario educarli con progetti come questo, affinche' diventino navigatori consapevoli e ambasciatori del corretto utilizzo di internet". (Wel/ Dire)
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