SCUOLA, A ROMA ARRIVA 'OCCHI IN RETE', PER LA NAVIGAZIONE SICURA
MARTEDÌ SCORSO PRIMA LEZIONE AL LICEO MAMIANI.
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 21 feb. - Lezioni di 'web security' martedi' scorso all'istituto Mamiani di Roma. A salire in cattedra sono stati due docenti speciali, Sveva Belviso, vicesindaco della Capitale, e il servizio della Polizia Postale e delle Comunicazioni, per mettere in guardia studenti e genitori sui rischi connessi ad una navigazione ingenua su internet. Si tratta del progetto pilota 'Occhi in Rete', promosso da Roma Capitale in collaborazione con la Polizia di Stato e patrocinato dal ministero della Istruzione, dell'Universita' e della Ricerca, per sviluppare con circa 3.000 alunni e 600 genitori un percorso di educazione digitale per l'utilizzo responsabile del web.
L'iniziativa avra' durata di 4 mesi per un totale di 120 giorni e coinvolgera' 20 istituti scolastici di Roma.
"La Rete e' una straordinaria possibilita', specialmente per i giovanissimi- ha esordito il vicesindaco Belviso- pero' in essa si insidiano molti pericoli e un giovane navigatore e' anche un navigatore ingenuo. È bene entrare nelle scuole, bersagliare gli studenti per formarli ad un uso consapevole della Rete". Nel faccia a faccia con gli studenti, Sveva Belviso ha poi fornito dati allarmanti: "Nel 2012, i siti monitorati in tutta Italia dal servizio di Polizia Postale e delle Comunicazioni sono stati oltre 24.600, di questi 461 sono finiti nella black list perche' divulgavano in rete materiale pedopornografio. Sono, inoltre, 2.200 i siti web monitorati solo a Roma". Sempre nel 2012, ha reso noto la Polizia di Stato, su un totale complessivo di 335 persone denunciate per reati connessi alla produzione e diffusione online di materiale pedopornografico, sono state arrestate in Italia 78 persone, di cui 8 nella Capitale. Sono invece piu' che raddoppiati, rispetto al 2011, i reati sessuali successivi all'adescamento sulla rete di minori, passando da 12 a 27. "Questi sono i motivi- ha spiegato il vicesindaco- che hanno spinto la Polizia e Roma Capitale ad entrare nelle scuole per bersagliare gli studenti sui pericoli della rete".
Ma cio' che e' cambiato, secondo Belviso, e' la percezione che i ragazzi hanno di questi rischi: "Il 72% degli adolescenti intervistasti ritiene che il cyberbullismo sia uno dei fenomeni piu' pericolosi perfino rispetto alla droga, al rischio di molestie da parte di un adulto, o al contrarre una malattia sessualmente trasmissibile, perche' ci si rende conto che la diffusione sulla rete non ha limiti". Inoltre, "4 minori su 10 sono testimoni di bullismo online verso coetanei- ha sottolineato la prima donna di Roma Capitale- una forma di violenza che riguarda per il 67% le diversita' fisiche, il 56% l'orientamento sessuale e il 43% la nazionalita'". Quanto ai reati contro la persona, infine, che comprendono lo stalking, le molestie, le minacce, le ingiurie e la diffamazione via web, la Polizia Postale ha ricevuto nel Lazio 737 denunce, di cui 534 solo a Roma. "Per la polizia di stato la tutela dei minori oltre ad essere un dovere istituzionale e' anche una missione- ha affermato Marco Valerio Cervellini, responsabile dei progetti della Polizia Postale e delle Comunicazioni- perche' per noi e' una sconfitta intervenire su casi di violenza o abuso minorile, vuol dire che non siamo stati in grado di proteggere la fascia debole della societa'". Ma si tratta anche e "soprattutto di una sconfitta per la "societa' civile- ha ribadito Cervellini- che spesso fa finta di non sapere per non affrontare un problema".
Il responsabile dei progetti della Polizia Postale e delle Comunicazioni ritiene che "l'informazione, la sensibilizzazione e la prevenzione, in sintonia con l'impulso fornito dal prefetto Antonio Manganelli, siano fondamentali per fare in modo che anche i piu' deboli, i minori, possano sfruttare al meglio le tecnologie senza incorrere in inutili rischi". Gli interventi nelle scuole sono strutturati dalla Polizia Postale con un linguaggio "semplice ma esplicito, adatto alle diverse fasce di eta' in modo che vengano coinvolti ragazzi, genitori e insegnanti". 'Occhi in Rete' e' un progetto pilota "di cui vado fiero- ha proseguito Cervellini- perche' coinvolge la scuola, il luogo dove i ragazzi trascorrono piu' tempo dopo la famiglia.
Quindi e' fondamentale che gli insegnanti sappiano quali sono i rischi e i pericoli della rete e soprattutto riescano a dare risposte ai ragazzi, spesso non supportati da genitori ignari dei pericoli di internet". La polizia Postale vuole "capire quelle che sono le esigenze e le richieste degli studenti per fare in modo che la rete resti un'opportunita' e non un pericolo.
Pensiamo solo che nel mese di gennaio 2013 abbiamo raddoppiato le denunce per cyberbullismo presentate da minori, un fenomeno preoccupante". Questo l'ultimo consiglio fornito da Cervellini alla platea di studenti: "Attenzione ai profili finti sui social network! Se e' vero che l'amicizia non si nega a nessuno, bisogna pero' ricordarsi che in rete non esiste la privacy e soprattutto che non siamo anonimi".
(Wel/ Dire)
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