(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 8 feb. - In Italia un bambino su tre diventa 'orfano involontario', perche' solo l'1% dei figli dopo una separazione viene affidato agli ex coniugi con obbligo di tempo paritario. E' il risultato di una ricerca scientifica che ha coinvolto 300 mila minori in quattro continenti, presentata oggi a Roma al convegno 'Affrontare la crisi della famiglia nel nome dei figli', promosso dal Coordinamento interassociativo libere iniziative per la bigenitorialita' e le ragioni dell'infanzia (Colibri').
Lo studio ha messo in evidenza l'importanza dell'affidamento condiviso e gli effetti benefici della soluzione del doppio domicilio per i figli di coppie separate. I dati sono stati raccolti, esaminati, riassunti e integrati dal pediatra e autore del libro sulla giustizia minorile 'Nel nome dei Figli', Vittorio Vezzetti, in un articolo pubblicato sulla rivista scientifica 'Pediatria preventiva e sociale'. Il problema dei bambini contesi e di quei genitori che si vedono sottratti il diritto di essere genitori e' "enormemente sottovalutato". Basti sapere che sono 25mila i minori italiani (secondo gli ultimi dati Istat), circa 1 su 3, che perdono i contatti con uno dei due genitori dopo la separazione degli stessi, con conseguenze notevoli sia in termini biomedici, che sociali. In particolare, sono diffusi soprattutto i casi di deprivazione affettiva e stress emotivo in ambito neurologico e psicologico.
In Svezia, invece, sono sparite le cause di separazione. Si tratta del paese europeo con la maggiore percentuale di affidi in alternanza: il 30%, contro il 16,9% della Francia e l'1% dell'Italia. Non essendo piu' il minore strumento di ricatto affettivo o economico dell'ex partner e passando di fatto a un mantenimento diretto (non mediato dall'assegno mensile), le cause giudiziali in Svezia si sono quasi estinte. Il 95,7% delle coppie arriva alla separazione consensuale gia' alla prima udienza.
Negli Usa e' diminuita addirittura la voglia di divorziare. Gli Stati che hanno applicato un alto numero di collocamenti con tempi paritari hanno evidenziato nei quattro anni successivi un tasso di divorzio significativamente molto basso. In media, le nazioni che hanno registrato un alto livello di collocamento paritario dei minori ad entrambi i genitori mostrano un riduzione dei divorzi due volte maggiore rispetto alle nazioni che hanno applicato il collocamento paritario con un livello medio.
Tradotto in termini di percentuale, tra il 1989 ed il 1994, le nazioni che rientrano nella categoria alta di collocamento paritario evidenziano una diminuzione dell'8%, mentre le nazioni che rientrano nella categoria media di collocamento paritario evidenziano una diminuzione del 4%, e le nazioni nella categoria bassa di collocamento paritario evidenziano una diminuzione dell'1%.
L'ultimo paese esaminato e' l'Austrialia, ed e' quello con meno liti tra ex coniugi. Il report ufficiale del governo australiano coinvolge oltre 70.000 famiglie. Con l'introduzione della legge sulla genitorialita' condivisa, nel 2006, in un biennio i ricorsi alla Family Court si sono ridotti da 27.313 a 18.633, a fronte di un incremento di cause generali da 76.807 a 79.442.
Vezzetti ha sottolineato che "l'affido materialmente condiviso e/o alternato non solo non destabilizzano i minori ma sono anche risultati essere nelle esperienze estere molto positivi. Laddove le contingenze lo consentano (e l'esercizio dell'autonomia professionale degli operatori dovrebbe proprio consistere nel valutare eventuali possibili circostanze di esclusione) e' risultato chiaro, e con validazione statistica, il beneficio per i bambini. In alcuni studi- ha concluso- e' anche emerso un effetto collaterale di natura sociologica: l'incremento dei matrimoni e la diminuzione dei divorzi".
(Wel/ Dire)