PER STUDIO SVEDESE A RISCHIO ADOLESCENTI IN AFFIDO ESCLUSIVO
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 8 feb. - I bambini in custodia congiunta sia fisica, sia legale, stanno meglio di quelli in custodia monogenitoriale. È la tesi comune di quattro studi internazionali presentati oggi al convegno 'Affrontare la crisi della famiglia nel nome dei figli', promosso dal Coordinamento interassociativo libere iniziative per la bigenitorialita' e le ragioni dell'infanzia (Colibri').
Secondo il noto psichiatra Robert Bauserman, del dipartimento governativo degli Stati Uniti, l'affidamento e' realmente condiviso quando il minore si relaziona col genitore "sfavorito" per un tempo che almeno non sia inferiore al 25%. In Italia la media (teorica perche' nella pratica e' assai inferiore) e' di circa il 17%. Bauserman ha svolto la sua analisi su 1.846 figli in affidamento monogenitoriale e 814 in affidamento condiviso (totale: 2.660 minori) in un periodo compreso tra il 1982 e il 1999. I risultati sono stati i seguenti: i bambini in custodia congiunta sia fisica, sia legale stanno meglio di quelli in custodia monogenitoriale; la presenza e la compartecipazione di padri non coabitanti era associata a benefici comportamentali, emozionali e scolastici; l'affidamento condiviso e la soluzione delle due case non espone i bambini al rischio di essere sottoposti a gravi conflitti, anzi ne risultano benefici; l'affidamento condiviso non va bene per genitori inetti (abusanti, trascuranti, malati psichici); l'affidamento condiviso riduce i conflitti; i pediatri rapportandosi ai genitori dei propri pazienti in procinto di separarsi dovrebbero informarli che il doppio domicilio, inteso come continuita' di riferimenti educativi e relazionali e' positivo. La ricerca di Children Society ha invece coinvolto 184.496 minori, suddivisi in tre gruppi per fasce d'eta' (11, 13 e 15 anni) in 36 Paesi (compresa l'Italia) con non meno di 1.536 studenti per Paese, per gruppo d'eta'. L'intento e' stato quello di esaminare le differenze di soddisfazione di vita e di percezione del benessere familiare e i risultati sono: i bambini che vivono in sistemazione di collocamento materialmente congiunto, riportano un piu' alto livello di soddisfazione di vita rispetto a ogni altra sistemazione di famiglia separata, solo un quarto di rango piu' basso dei bambini nelle famiglie integre; i bambini che vivono approssimativamente meta' del tempo con la loro madre e meta' del tempo con il loro padre sono ugualmente soddisfatti come quelli che vivono con la loro madre o con la madre e il patrigno la maggior parte del tempo. Mai e' stata trovata una situazione di svantaggio per i figli in collocazione paritaria. Le differenze nel livello economico tra i diversi Paesi influenzano l'associazione tra determinate strutture familiari, il benessere familiare percepito e la soddisfazione di vita. In Svezia la studiosa Anna Sarkadi, del dipartimento del benessere delle donne e dei bambini dell'Universita' Uppsala, ha coordinato importanti ricerche su un campione di 22.300 minori evidenziando l'influenza positiva del coinvolgimento paterno e delle figure maschili sui risultati sociali, comportamentali e psicologici della prole.
L'ultimo studio e' quello di Jablonska e Lindebergh, che hanno compiuto le loro ricerche su un campione di 15.428 (83,4%) ragazzini di 15 anni d'eta' provenienti da scuole pubbliche e private di Stoccolma. I comportamenti oggetto di analisi sono stati quelli considerati "a rischio": uso di alcool, droghe, fumo. I risultati sono stati i seguenti: gli adolescenti monogenitoriali avevano una probabilita' piu' alta di comportamenti a rischio, di essere vittime di violenza fisica o bullismo, di stress mentale rispetto agli adolescenti abituati a vivere con due genitori.
I risultati congiunti di tutte queste ricerche dimostrano che il "collocamento paritario", ovvero la soluzione del doppio domicilio, "e' la prima soluzione da perseguire, in caso di separazione conflittuale tra i genitori, per garantire il benessere psichico del bambino".
(Wel/ Dire)