(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 8 feb. - Diritti dei figli e diritti negati dei genitori: in Italia i figli di genitori separati trascorrono, nell'81,1% dei casi, la loro quotidianita' con uno solo dei genitori (di solito la figura materna) e solo nel 18,9% con entrambi i genitori. Anche se l'affidamento avrebbe dovuto essere 'condiviso', come stabilito da una legge in materia (n.54/2006) entrata in vigore da sei anni ma che nel nostro Paese non ha ancora trovato piena applicazione. Se ne e' discusso al Senato, durante il convegno 'Affrontare la crisi della famiglia nel nome dei figli' a cui hanno partecipato numerosi esponenti del mondo politico, giuridico e scientifico in un confronto aperto con genitori, nonni e figli. Di grande interesse la relazione dal prof. Vittorio Vezzetti, pediatra che da anni studia il tema dell'affido condiviso. L'autore del libro sulla giustizia minorile 'Nel nome dei figli', ha esaminato, raccolto, riassunto e integrato le piu' importanti ricerche scientifiche internazionali con validazione statistica relative all'importanza dell'affidamento condiviso. Le conclusioni, pubblicate in un articolo pubblicato sulla rivista scientifica della Societa' di pediatria preventiva e sociale, inducono a considerare inequivocabilmente gli effetti benefici della bigenitorialita', anche se questo comporta la soluzione del doppio domicilio per i figli di coppie separate".
"La custodia condivisa migliora lo status psichico e fisico dei figli- ha sottolineato il dottor Piercarlo Salari, pediatra consultorio familiare Milano e componente Sipps- come dimostrano i risultati congiunti di numerose e affidabili ricerche scientifiche, il coinvolgimento di entrambi i genitori nella crescita del figlio migliora lo sviluppo cognitivo, riduce i problemi di carattere psicologico, riduce l'insorgenza di problemi comportamentali nell'eta' adolescenziale".
Il dottor Salari, inoltre, ha espresso la necessita' del Pediatra di affrontare le problematiche relazionali e familiari, attraverso l'ascolto ed il dialogo dei genitori dei propri pazienti, per informarli sull'importanza della continuita' di riferimenti educativi e relazionali, anche al fine di migliorare la qualita' del rapporto medico-paziente.
(Wel/ Dire)