GUERRERA: PIÙ IMPEGNO POLITICA, SE NE PARLA TROPPO POCO
INFANZIA NON TENUTA GIUSTA CONSIDERAZIONE, COSA SI VUOLE FARE?
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 1 feb. - L'infanzia, i diritti e la sicurezza dei bambini, non sono tenuti in considerazione "in modo corretto" da parte dei politici. Lo sostiene Giacomo Guerrera, presidente di Unicef Italia, a circa un mese dalle elezioni politiche (24-25 febbraio). In questo periodo di campagna elettorale, denuncia Guerrera all'agenzia Dire, "la situazione attuale non considera in modo corretto il problema dell'infanzia, che va messo al primo posto. Per questo abbiamo piu' volte sollecitato i politici, anche a livello di amministrazione locale. Forse perche' non votano, ma i bambini non vengono presi sufficientemente in considerazione, la nostra speranza e' il contrario". Continua Guerrera: "Vogliamo capire se i programmi dei candidati riusciranno a soddisfare le esigenze dei bambini. Ancora una volta in campagna elettorale si parla di economia, di crescita del Paese, ma non di bambini, del mondo dell'infanzia. Noi guardiamo al mondo dell'infanzia, pensiamo solo ad interventi concreti. Serve l'intervento dell'opinione pubblica, la solidarieta' e' fondamentale".
Sottolineando che "quando parliamo di infanzia, ci riferiamo a tutta l'infanzia, a bimbi italiani come stranieri", per andare incontro alle necessita' dei bambini, per il numero 1 di Unicef Italia "serve garantire le risorse, ad esempio, per permettere ai bimbi con disabilita' di affrontare tutti i problemi che si trovano ad avere problemi. Di queste cose non si parla in campagna elettorale".
Se avesse la possibilita' di esporre delle priorita' da affrontare in tema di bambini al nuovo Governo che si andra' a formare, Guerrera partirebbe di un tema importante come la "poverta', argomento che resta decisamente al centro della nostra attenzione, proprio il momento attuale ci porta a toccare questo aspetto. Oggi 1.800.000 bambini vivono una condizione di poverta', 700mila in poverta' assoluta". Si chiede Guerrera: "Quello che vorremmo capire e' quali siano le strategie messe in atto dai politici? Come vogliono affrontare diseguaglianze materiali? Quali sono le politiche di reddito per le famiglie con figli a carico? Quali sono le strategie che si pensa di mettere in atto?". Altro problema che per Unicef andrebbe risolto "e' quello della cittadinanza: i bambini figli di stranieri non hanno gli stessi diritti degli altri fino al compimento dei 18 anni. Ci vuole poco per fare qualcosa".
Altrettanto importante ritiene sia "la questione della spesa per l'infanzia che deve essere monitorata. Non e' chiaro quanto viene investito. Ci sono molti settori a cui andrebbero destinare le risorse per l'infanzia e non abbiamo una dimensione esatta.
Pensiamo comunque che sia poco rispetto a quello che serve, rispetto a quanto e' nei diritti dei bambini di un paese come il nostro".
E poi la giustizia minorile: "Secondo noi bisognerebbe creare un organo unico, serve una persona specializzata, formata e in grado di fare un lavoro continuo su temi come minori e famiglia. Abbiamo riscontrato, con il Csm, che ci sono diversi tribunali che non effettuano in modo corretto l'ascolto del minore.
L'ascolto deve essere un obbligo da parte del magistrato, invece oggi e' una sua discrezione. Non e' giusto farlo cosi', l'ascolto va reso obbligatorio, deve essere un percorso dal quale il giudice non puo' esimersi, non deve rientrare nella capacita' discrezionale. Serve ascoltare il bimbo. Il magistrato deve essere preparato e formato, deve conoscere cosa vuol dire l'emozione in un bimbo, serve una cultura per capire come decifrare l'emozione nei bimbi".
(Wel/ Dire)
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