"Con accoglienza si comprendono i fenomeni dell'immigrazione"
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 20 dic. - "Credo molto che attraverso l'accoglienza si possano comprendere i fenomeni dell'immigrazione e passare a una fase propositiva. Per questo trovo significativo che la Caritas di Roma abbia deciso di celebrare questa giornata con un seminario di riflessione e proposta". Lo ha detto l'assessore al Sostegno sociale e Sussidiarietà di Roma Capitale, Rita Cutini, al convegno organizzato dall'associazione per festeggiare i 25 anni dei Centri di pronta accoglienza per minori.
"Sono 30 mila i minori che a Roma vivono in uno stato di povertà assoluta- ha aggiunto Cutini- un dato allarmante sul quale dobbiamo lavorare e lavorare tanto. Inizieremo a breve la sperimentazione della Social card, di cui beneficeranno circa 4.000 nuclei familiari che vivono la povertà ogni giorno in modo drammatico. E' uno strumento che il ministero del Lavoro ha pensato soprattutto per la tutela delle persone che vivono situazioni socialmente preoccupanti, soprattutto se hanno a carico figli minorenni. Ma non basta. Dobbiamo essere più coraggiosi. Penso ai bambini e ai ragazzi che arrivano nel nostro Paese. Per questo- ha specificato l'assessore- vogliamo dotare la città di un Centro di primissima accoglienza per i minori non accompagnati, dove fare arrivare tutti i minori".
Un Centro, ha proseguito, "dove vengano seguiti con le competenze e le professionalità adeguate nel loro percorso: dall'accoglienza all'espletamento delle procedure burocratiche, all'inserimento nella vita della città, in una cornice che sia a tutela del minore. Tutelare i minori è un dovere istituzionale, etico ma anche un investimento sul futuro. Dobbiamo uscire dalla logica dell'emergenza e ragionare con azioni di sistema nella consapevolezza che Roma non è una città qualsiasi e che con le sue buone pratiche può indicare percorsi validi anche per altri Paesi. Ringrazio la Caritas- ha concluso- che con il suo lavoro ci provoca ogni giorno a fare di più e meglio".
(Wel/ Dire)