Osservati 20 bimbi: spazio personale difficilmente accessibile
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 20 dic. - Affrontare i disturbi di apprendimento nei bambini partendo dal corpo e ipotizzando che un'immaturità psicologica possa essere alla base di un'inadeguata maturità espressiva osservabile nel modo di muoversi e di fare esperienza della propria fisicità nello spazio. È l'obiettivo di uno studio osservativo condotto su 20 bambini tra i 7 e gli 11 anni (di cui 11 con disturbi specifici dell'apprendimento - Dsa- e 9 con disturbi generici dell'apprendimento) e promosso da un gruppo di studio dell'Associazione professionale italiana DanzaMovimentoTerapia (Apid), da cui è emerso che il movimento di questi bambini era caratterizzato da un "flusso di tensione muscolare eccessivamente controllato o eccessivamente libero, con una conseguente difficoltà di modulazione".
Il gruppo di studio Apid su 'Età evolutiva e disturbi di apprendimento' ha iniziato questo lavoro nel 2011, utilizzando una scheda per osservare questi bambini elaborata su parametri motori tratti dalla sistema della Laban Movement Anaysis. "I piccoli erano seguiti in setting di DanzaMovimentoTerapia sia individuali privati che di gruppo nelle scuole, per definire meglio il loro profilo motorio". Dallo studio, ancora in corso, è risultato che "il loro spazio personale (chinesfera) è difficilmente accessibile nel movimento in una doppia declinazione: i bambini risultano inibiti e bloccati nello spazio o, nel caso opposto, senza confini e con una grande difficoltà se non impossibilità a fermarsi", chiariscono Marina Massa e Anna Lagomaggiore, due danza movimento terapeute coordinatrici del gruppo di studio. Inoltre, "negli 11 bambini con Dsa si riscontra, nella rappresentazione della figura umana, una mancata rappresentazione o delle mani o dei piedi, o ancora mani disegnate in modo molto primitivo (a raggiera). Infine, 14 bambini su 20 hanno mostrato difficoltà a rapportarsi attivamente allo spazio e 19 di questi hanno evidenziato una problematicità a rapportarsi con il peso forte evidenziando difficoltà di radicamento".
Da questi dati è stato quindi possibile ipotizzare in questi piccoli "la mancanza di una piena padronanza degli efforts (portata dinamica del movimento) dello spazio e del peso che potrebbero rimandare a passaggi evolutivi forse non pienamente completati. Più che di schema corporeo-precisano le psicologhe e danza movimento terapeute coordinatrici del gruppo- noi preferiamo parlare di immagine corporea che in questi bambini, come si può vedere anche dai loro disegni, risulta povera e immatura. Con immagine corporea intendiamo riferirci a quell'insieme di sensazioni, vissuti ed emozioni che concorrono a creare una certa esperienza psicologica del corpo, che come è possibile intuire è dinamica e in continua evoluzione. Tale esperienza consente di formarsi un'immagine mentale del proprio corpo che è fortemente legata all'immagine che si ha di sé stessi, veicolando sentimenti di accettazione e fiducia nella proprie capacità. Quello che si osserva è che questi soggetti si trovano ad avere a che fare con immagini corporee molto povere, prive di una base di appoggio, che veicolano un'immagine di sé fragile e immatura".
Attualmente il gruppo "si propone di verificare quali cambiamenti può promuovere la DanzaMovimentoTerapia in merito ad una maggiore consapevolezza che il bambino può acquisire del proprio corpo nello spazio. Stiamo elaborando un protocollo di intervento in cui siamo andati a individuare quali esperienze corporee e di movimento è importante dal nostro punto di vista proporre a questi bambini. Il protocollo messo a punto- sottolineano Massa e Lagomaggiore- prevede un certo numero di incontri di gruppo di DanzaMovimentoTerapia, con osservazioni in entrata e in uscita per monitorare i cambiamenti che sarà possibile rilevare".
La mancanza di modulazione del flusso di tensione muscolare che "si osserva in questi bambini o come troppo libero (bambino irrequieto che non riesce a fermarsi) o come troppo tenuto (bambino inibito che non si muove) ci pare che rimandi in entrambi i casi ad una mancanza di modulazione delle propria vita emotiva". Negli studi Laban sul movimento il flusso di tensione muscolare è "considerato infatti l'elemento base del movimento. Esso è sempre presente ed è denominato anche il fattore emotivo, poiché è proprio nella nostra muscolatura che comincia ad organizzarsi e fluire la nostra vita emotiva. Un range così limitato di possibilità nel modulare la tensione muscolare ci parla quindi di quanto sia limitata la possibilità espressiva e comunicativa di questi bambini- evidenziano le studiose- che nella totalità dei casi faticano ad avere una chinesfera: cioè la percezione di uno 'spazio personale' da abitare e in cui vivere".
Un buon "alfabeto di base" è ciò che è "fondamentale per crescere ma anche per imparare. Ci chiediamo quindi quanto queste carenze che noi abbiamo osservato nei loro registri espressivi e che rimandano a probabili carenze evolutive, non influenzino i loro processi di apprendimento rendendoli difficoltosi. Non esistono a tutt'oggi spiegazioni esaustive dei disturbi che si manifestano nell'area dell'apprendimento, così come dei così detti DSA. Pertanto alla luce anche delle recenti scoperte neuro scientifiche che sempre più documentano come il legame inscindibile mente-corpo sia alla base dei processi del conoscere, riteniamo fondamentale che la DanzaMovimentoTerapia- concludono Massa e Lagomaggiore- possa portare il suo contributo, esplorando il ruolo che le esperienze corporee e non verbali possono avere nei processi simbolici e di apprendimento".
I risultati della ricerca svolta all'interno del gruppo studio verranno presentati nei prossimi convegni nazionali Apid e in particolare nel Convegno organizzato in Italia dall'Associazione Europea Eadmt (European association dance movement therapy), che si terrà nel 2016 a Milano.
(Wel/ Dire)