(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 6 dic. - La coppia e' idonea ad adottare un bambino straniero, "purche' perfettamente sano". È quanto ha stabilito il Tribunale per i Minorenni di Roma con un decreto di idoneita' emesso nei confronti di una coppia adottiva, un provvedimento che l'associazione Amici dei Bambini, Ai.Bi., ha deciso di contestare con un esposto alla Procura Generale della Repubblica presso la Corte di Cassazione, denunciando una "palese discriminazione sulla base delle condizioni personali, e in particolare sullo stato di salute, nei confronti dei minori non perfettamente sani", in contrasto con quanto previsto dall'articolo 3 della Costituzione italiana.
Secondo Ai.bi., e' "impossibile non ravvisare, in questo riferimento alla salute del bambino, un vago e inquietante richiamo, seppure inconsapevole, a ideologie puriste, di triste memoria". In una nota l'associazione domanda. "Chi puo' considerarsi "perfettamente sano"? E sulla base di quali requisiti medici? E se il bambino, disgraziatamente, avesse qualche diottria in meno da un occhio? O la pelle delicata? La perfezione non e' di questo mondo".
In punta di diritto, continua l'associazione, il giudice dei minori di Roma ha fornito un'interpretazione delle norme in materia di adozione contraria, prima che alla ragione, al buon senso e a qualsivoglia, basilare forma di sensibilita' umana, alla legge stessa. Basti citare il principio di non discriminazione espresso dall'articolo 3 della Costituzione, che non solo sancisce la "pari dignita' sociale di tutti i cittadini" e la loro uguaglianza "davanti alla legge, senza distinzione di condizioni personali e sociali", ma attribuisce alla Repubblica il compito di "rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la liberta' e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana".
La decisione contestata, secondo Ai.bi., viola anche la normativa italiana in materia di adozioni internazionali, "laddove il nostro ordinamento recepisce i principi fondamentali di trattati come la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo o la Convenzione delle Nazioni unite sui diritti delle persone con disabilita', che all'articolo 1 si prefigge chiaramente di promuovere, proteggere e garantire il pieno e uguale godimento di tutti i diritti umani e di tutte le liberta' fondamentali da parte delle persone con disabilita', e promuovere il rispetto della loro intrinseca dignita'". Le richieste di Ai.bi. spiega l'associazione, sono un "tentativo di scongiurare l'affermazione di un principio ingiusto e culturalmente dannoso, che rende evidenti ancora una volta le carenze di un sistema, quello delle adozioni in Italia, troppo spesso affidato a valutazioni e soluzioni giudiziali inadeguate".
Fonte: Redattore Sociale (Wel/ Dire)