Lo rivela 'La dieta mediatica' curata da Tonino Cantelmi
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 6 dic. - Il 40% dei ragazzi di eta' superiore ai 14 anni non ha mai avuto limiti di orario da parte dei propri genitori rispetto all'utilizzo dei videogiochi ed e' anche libero di navigare senza alcun limite. Solo un esiguo 21% ha dei tempi stabiliti per l'utilizzo del computer e il 28% dei bambini non ha alcun limite di orario in cui guardare la Tv. Lo rivela 'La Dieta Mediatica dei nostri figli', un'indagine del Moige (Movimento italiano genitori) presentata oggi e curata da Tonino Cantelmi, professore incaricato di Psicologia dello sviluppo e dell'educazione alla Lumsa di Roma, nonche' presidente dell'Istituto di Terapia cognitivo interpersonale, che ha esaminato un campione di 941 studenti dai 6 ai 20 anni di 11 scuole di diverse regioni italiane (tra elementari, medie inferiori e medie superiori) per saperne di piu' in merito alla nuova cultura tecnomediata nella quale i nativi digitali stanno crescendo.
Per indagare quindi la quantita' di tempo che i bambini e gli adolescenti trascorrono con i differenti mezzi di comunicazione e la frequenza del loro utilizzo nelle diverse ore della giornata e' stato utilizzato un questionario articolato in otto sezioni, ognuna specifica per un diverso mezzo di comunicazione: Televisione; Computer e Internet; Telefonino; Cinema; Video Giochi; Radio; Riviste e quotidiani; Libri.
Dalla ricerca arriva dunque una denuncia: In Italia c'e' una "emergenza educativa", perche' da questi dati si evince "la possibilita' degli studenti di visionare materiale non adatto alla loro eta'. Il 25% dei ragazzi vede spesso in televisione film non adatti ai minori- precisa l'indagine- il 27% ha visitato, almeno una volta, pagine web con contenuti non idonei e il 22% ha videogiocato con giochi sconsigliati per la loro eta'".
Per contrastare questi fenomeni, secondo lo studio, sarebbe "opportuno che i nativi digitali potessero fruire di questi strumenti in luoghi condivisi e accessibili a tutti i membri della famiglia, come ad esempio la cucina e il salotto. Invece e' risultato che il 33% possiede la piattaforma dei videogiochi direttamente nella propria camera da letto e il 20% ne utilizza una portatile. La conseguenza e' che il 34% degli intervistati inferiori ai 10 anni gioca il piu' delle volte da solo senza nessuno accanto e il 7% dei bambini (6-10 anni) gioca 'sempre' o 'spesso' ad un videogioco non adatto".
Nella sezione 'Computer' i dati non sono piu' rassicuranti: "Circa il 40% del campione possiede un personal computer, (il 42% di questi e' rappresentato dalla fascia di eta' dai 6 ai 10 anni), e il 32% ne ha uno nella propria camera da letto ( il 38,6% appartiene alla classe di eta' dagli 11 ai 13 anni). Di fatto il 24% del campione risponde che i propri genitori non sono a conoscenza di cio' che fanno su Internet e il 22% cancella la cronologia 'sempre' e 'spesso'".
Nella sezione 'Televisione' i dati aumentano drasticamente: "Sono addirittura piu' del 60% i ragazzi che possiedono un apparecchio televisivo nella propria camera da letto e non si riscontra alcuna differenza tra le varie fasce di eta'. La pervasivita' di questi mezzi fa si che il 30% del campione afferma che e' 'sempre' o 'spesso' difficile smettere di video giocare e al 13% capita di perdere ore di sonno pur di continuare la partita. Tre intervistati su 10 hanno risposto che 'spesso' trascorrono diverse ore davanti la tv senza rendersene conto e circa il 20% degli intervistati afferma di non poter resistere neanche un'ora senza telefonino".
Un utilizzo "non responsabile, e soprattutto non mediato dagli adulti, delle New Tecnology potrebbe condurre i ragazzi a condizioni psicopatologiche o a situazioni di 'isolamento sociale- avverte lo studio- il 21% degli intervistati ha risposto che preferisce guardare la televisione piuttosto che uscire e il 5% del campione risponde di preferire Internet piuttosto che vedersi con gli amici. Inaspettatamente risulta che anche il telefonino e' spesso utilizzato come strumento per isolarsi o per mediare la relazione: piu' del 10% infatti preferisce 'spesso' o 'sempre' la comunicazione tecnomediata a quella face to face".
Tonino Cantelmi, coadiuvato nella realizzazione dello studio dalle responsabili organizzative Maria Scicchitano e Giorgia Vinci, ha dichiarato che "la caratteristica fondamentale della societa' tecno liquida rimane la pervasiva tecnomediazione della relazione, ovvero rapporti mediati da strumenti tecnologici come il cellulare e il computer". Un contatto "troppo precoce, intenso e prolungato con la realta' mediatica, con un computer, Internet, giochi elettronici e simulazioni virtuali rende difficile al bambino l'individuazione della linea di confine tra uomo e macchina, tra animato e inanimato, tra mondo della vita e mondo della tecnica. La coppia parentale ha il compito e il dovere di educare il proprio figlio ad un corretto ed adeguato uso degli strumenti tecnologici e dei mezzi di informazione. Per questo incarico- conclude- abbiamo bisogno di genitori che sappiano trasmettere delle narrazioni della vita, del mondo e del futuro e che non abbiano paura di scontrarsi con una realta' 'tecnomediata' che non sanno utilizzare".
(Wel/ Dire)