(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 26 apr. - Ci ha ragionato per mesi, prima di determinarsi in una iniziativa senza precedenti. Antonio Borromeo, 46 anni di Vasto, educatore separato dal 2006 e padre di un bambino di 10 anni, ha deciso di iniziare da Vasto (piazza Diomede) un cammino di protesta in nome dei suoi diritti di genitore negato.
Borromeo percorrera' 50 km al giorno camminando per 10 ore.
Dice lui stesso che "....sono abituato a camminare perche' vado sempre a piedi, ma da tre mesi sto effettuando un allenamento specifico per preparargli al meglio a questo mio viaggio fino a Strasburgo per fare valere il mio diritto a essere padre e a mio figlio di avere un padre". In tutte le localita' in cui fara' tappa Borromeo, per un viaggio che durera' un mese e mezzo, sara' atteso da centinaia di persone che stanno gia' condividendo questa avventura sulla rete. Tocchera' le seguenti citta': Pescara, San Benedetto del Tronto, Ancona, Fano, Rimini, Imola, Bologna, Reggio Emilia, Parma, Piacenza, Lodi, Milano, Como, trasferimento a Strasburgo e rientro a Torino per proseguire per Asti, Novi Ligure, Genova, Chiavari, La Spezia, Forte dei Marmi, Lucca, Empoli, Firenze, Arezzo, Umbertide, Perugia, Assisi, Spoleto, Rieti, Tivoli, Roma, Anzio, Sabaudia, Gaeta, Napoli, Reggio Calabria, poi trasferimento a Bari, Barletta, Manfredonia, San Giovanni Rotondo, San Severo, Termoli, Vasto.
A Roma Borromeo fara' tappa al ministero di Grazia e Giustizia per denunciare questa situazione che limita la sua genitorialita'. La sua azione di sensibilizzazione verso i problemi dei coniugi separati prende spunto da una sentenza della Corte europea dei Diritti Umani di Strasburgo che il 29 gennaio scorso ha evidenziato l'inefficacia delle condanne inflitte dai Tribunali italiani ai genitori separati inadempienti circa i doveri derivanti dall'affido condiviso, solo formalmente riconosciuto nelle loro sentenze.
Borromeo non lo fa in nome di un (pur comprensibile) interesse personale teso a condizionare il pessimo operato dei magistrati italiani nella sua vicenda. Infatti, il pronunciamento della Corte europea dei Diritti dell'Uomo non produce effetti diretti sulle sentenze dei Tribunali italiani e soltanto una forte azione di protesta potra' portare alla modifica delle attuali modalita' attuative della "legge mai applicata": la 54 del 2006. (Fonte: adiantum.it) (Wel/ Dire)