(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 9 apr. - "Avevo paura delle conseguenze" o 'non sapevo come aiutare la vittima'. Sono questi i due principali motivi che impediscono a quasi il 50% degli adolescenti testimoni di episodi di bullismo o cyberbullismo di intervenire a favore della vittima. E' questo uno dei dati che emerge dalla ricerca svolta nel contesto del Progetto europeo E-Abc - Antibullying Campaign su 16.227 giovani delle scuole superiori di 5 Paesi tra cui l'Italia (al fianco di Grecia, Lituania, Bulgaria, Estonia, Lettonia). Per l'Italia, rappresentata da Telefono Azzurro, hanno partecipato oltre 5mila studenti.
L'indagine europea contribuisce a far luce non solo sulle vittime - che come hanno mostrato molti casi di cronaca, affrontano una sofferenza che puo' avere conseguenze estreme - ma anche sugli altri protagonisti del bullismo: bulli e testimoni. Per la prima volta appare chiaro che solo prendendosi cura di tutti gli attori coinvolti nel bullismo e' possibile prevenirlo e aiutare davvero le vittime. Dando indicazione anche sui contesti nei quali intervenire.
Contesti familiari problematici alle spalle di vittime e bulli Tra i principali fattori di rischio, infatti, i problemi familiari in generale, che portano a percentuali maggiori di 'vittime' e 'bulli' nei casi di alcolismo in famiglia (rispettivamente 40,5% e 40%); anche i problemi economici e la disoccupazione sono speso presenti nelle famiglie di vittime e bulli (23,36% e 22,7%). Cio' che sembra contraddistinguere le famiglie dei bulli sono pessime relazioni genitori-figli (nel 51% dei casi) e la risoluzione violenta dei conflitti (nel 44,2% dei casi).
VITTIME E BULLI A SCUOLA: Il basso rendimento scolastico caratterizza quasi la meta' dei bulli (44% rispettivamente); un terzo di essi ha anche un cattivo rapporto con i coetanei, che forse li temono. Le vittime appaiono irrimediabilmente sole: nel 48% dei casi dichiarano infatti di avere cattivo rapporti con i compagni, nel 27% i rapporti diventano addirittura pessimi. Per questo e' indispensabile coinvolgere il gruppo classe.
CONTRO IL BULLISMO? 'CI VUOLE UN FIORE': Il bullismo, con la sua componente cyber, e' il tema centrale della campagna Aprile Azzurro che quest'anno ha il titolo 'Ci vuole un Fiore'.
L'Associazione sara' presente in 2.300 piazze italiane sabato 20 e domenica 21 aprile raccogliendo donazioni e ricambiando con il fiore della Calancola (Kalanchoe blossfeldiana). Si contribuira' cosi' al sostegno della linea gratuita 1.96.96 (per bambini, adolescenti e adulti), della linea di emergenza 114, del 116.000 (linea per bambini e adolescenti scomparsi) e della chat sul sito www.azzurro.it. Per trovare la Piazza piu' vicina e' sufficiente chiamare il numero verde 800.090.335 o andare sul sito www.fioridazzurro.it. "Si parla tanto oggi di bullismo e cyberbullismo. Conoscere il fenomeno e' importante, ma non basta" commenta il Ernesto Caffo, Neuropsichiatra infantile, professore ordinario dell'Universita' di Modena e Reggio Emilia e presidente di SOS Il Telefono Azzurro Onlus. "Innanzitutto bisogna comprendere appieno le conseguenze relazionali ed emotive sulle vittime, spesso nascoste dietro un silenzio. Ma e' essenziale intervenire tempestivamente anche sui 'bulli', che apparentemente sono forti, ma possono nascondere grandi fragilita'. Per combattere il bullismo e' indispensabile creare una rete, capace di cogliere le prime difficolta' e offrire risposte alle singole situazioni: per questo Telefono Azzurro collabora con genitori, insegnanti - promuovendo il dialogo scuola famiglia - e con il mondo della pediatria, che ha un osservatorio privilegiato sull'infanzia".
Il pediatra oggi piu' che mai "deve svolgere il suo ruolo sociale di 'antenna o di sentinella' del territorio" sottolinea infatti Giovanni Corsello Professore Ordinario di Pediatria Universita' di Palermo e Presidente della Societa' Italiana di Pediatria. "Deve cioe' cogliere i segnali di allarme di comportamenti a rischio in bambini o adolescenti, che possono evocare fenomeni in atto di bullismo o di cyber-bullismo. Deve interagire con la famiglia per svolgere una attivita' di collante tra bambini e adolescenti in condizioni di fragilita' psicologica e i genitori, in un contesto di prevenzione e di promozione di stili di vita salutari".
Insieme alla scuola, alle Istituzioni, alle Associazioni, "il pediatra occupa una posizione strategica all'interno della rete di prevenzione e assistenza che deve essere costruita per aiutare bambini e adolescenti ad affrontare e superare tutti i problemi connessi con il bullismo e cyberbullismo. Per adempiere a questo ruolo pero' deve essere opportunamente preparato soprattutto quando si entra nel terreno 'cyber' spesso poco conosciuto. Il mondo della pediatria grazie all'intervento di Telefono Azzurro sta cercando di colmare in fretta questo gap culturale attraverso specifici moduli formativi rivolti proprio ai pediatri di base" aggiunge Sergio Bernasconi, Professore ordinario di pediatria e Direttore clinica pediatrica universita' di Parma e Vicepresidente di Telefono Azzurro.
"In un periodo di crisi senza precedenti, tutelare i soggetti piu' deboli, bambini e adolescenti, diventa un compito primario. Un compito che il "Telefono Azzurro" svolge da venticinque anni con sapere, competenza ed esperienza" commenta Silvia Vegetti Finzi Professore Ordinario di Psicologia Dinamica Universita' di Pavia. "In particolare, il focus posto sul bullismo e il Cyberbullismo costituisce un prezioso strumento di osservazione per cogliere le tensioni e i conflitti che provocano aggressivita' e violenza reale o virtuale. L'aspetto eccezionale di Telefono Azzurro e' quello di interrogare direttamente i bambini e ragazzi in modo da trasformarli in soggetti, anziche', come di solito accade, in oggetti del discorso. Come sostiene la psicoanalista francese Francoise Dolto, si parla molto dei ragazzi ma poco con i ragazzi".
(Wel/ Dire)