"ATTO GRAVISSIMO" DIFFERIRE TRASMISSIONI PER TUTELARE BAMBINI.
(DIRE - Notiziario minori) Roma, 28 set. - "Incredulita' e sbigottimento". Questa la reazione del presidente del Coni, Gianni Petrucci, alla notizia secondo cui la Rai "ha deciso di non trasmettere piu' in prima serata sport olimpici come pugilato, judo, lotta e taekwondo per un presunto e incomprensibile rispetto delle 'fasce protette' e per tutelare i minori".
Lo stop sarebbe arrivato ieri dalla commissione di coordinamento dei palinsesti Rai, su direttiva della commissione di vigilanza per il rispetto delle fasce protette. Tutto nasce 'per colpa' di un incontro valido per i Campionati italiani di pugilato femminile, la cui trasmissione televisiva era prevista stasera alle 20.45 Su Raisport, ma ora spostata a domenica prossima dopo le 22.30. Proprio questo sarebbe l'orario 'giusto' per tutelare i bambini dalla visione di sport considerati a questo punto inappropriati per un minore. Per le discipline come judo, lotta, karate, e taekwondo addirittura si applica un ulteriore posticipo alle 23. Da qui la rabbia del Coni e del numero uno dello sport italiano, che in una nota parla di "atto gravissimo" da parte della Rai, per cui chiede "al presidente Tarantola, al direttore generale Gubitosi e al direttore di RaiSport De Paoli un immediato cambio di strategia perche' tale decisione rappresenta un affronto alla storia dell'olimpismo e dello sport italiano, nonche' l'esatto contrario di quello che viene normalmente definito 'servizio pubblico'".
Per Petrucci, inoltre, "vietando ai minori la visione di tali sport si offende anche il senso comune e l'intelligenza di quei genitori che, sull'onda dell'entusiasmo dei recenti Giochi Olimpici di Londra, dove queste quattro discipline hanno contribuito al medagliere azzurro con sei podi (pari al 21,4%), hanno portato in massa i loro figli ad iscriverli nelle palestre di tutt'Italia di pugilato, judo, lotta e taekwondo". E poi un nuovo affondo: "La crescita di nuovi tesserati in tali sport procede amaramente di pari passo con l'assurdita' di certe scelte di ottusa burocrazia che lo sport italiano respinge con fermezza e di cui avremmo fatto volentieri a meno".
(Ekp/ Dire)