NON TROVA CONSENSI L'OPINIONE DEL SINDACO DI MILANO PISAPIA.
(DIRE - Notiziario minori) Roma, 25 set. - Diritto di adottare per gli omosessuali? Le associazioni che assistono figli e famiglie dicono di no. Non trova consensi l'opinione del sindaco di Milano Giuliano Pisapia di concedere il diritto all'adozione anche ai gay. "Ritengo che i figli adottivi non abbiano bisogno di un altro 'guaio' - dice Nicoletta Belfanti, mamma adottiva presidente dell'associazione Filo d'Arianna -. Intendiamoci: le coppie omosessuali possono fare cio' che vogliono, ma non coinvolgere piccoli adulti che hanno preso fino a quel momento calci nella vita". Secondo Belfanti per un ragazzino sara' troppo difficile capire la diversita' della famiglia. "Solo da grande - aggiunge - potra' rendersi conto che la sua coppia di genitori omosessuali l'ha amato come o piu' di una famiglia etero". Al momento, pero', sara' ancora piu' difficile curare la ferita dell'abbandono.
"Troppo spesso - conclude Belfanti - l'adozione e' un modo per soddisfare i bisogni degli adulti. Ci si scorda che il centro di tutto e' il bambino e non i 'genitori mancati'".
Nemmeno le associazioni omosessuali gradiscono l'uscita sui figli adottivi agli omosessuali. "M'intristisce il concetto che piuttosto che soli, tanto vale affidarli a due uomini o due donne", chiarisce Marco Mori dell'Arcigay di Milano. Per quanto "Pisapia sia diventato quasi un'icona gay nel movimento", il concetto, dice Mori "e' avvilente"."Oltretutto adesso la tecnologia e le frontiere permettono di avere figli al di fuori dell'Italia", aggiunge. In Olanda o in Spagna, ad esempio, oppure in Inghilterra, dove pure i single possono diventare da soli padre o madre. "Ritengo pero' che questo diritto alla genitorialita' non debba essere concesso in automatico", dice. Mori, pero', non crede che l'esclusione dei gay dalla possibilita' di adottare sia una scelta che tutela il bambino.
"Questa pantomima del diritto del minore si scatena solo quando si parla di uno specifico orientamento sessuale", conclude. Pisapia e' bersaglio anche dell'associazione radicale Certi Diritti. Nel mirino, questa volta, il fatto che Pisapia ha sostenuto che per rendere possibile il matrimonio a coppie dello stesso sesso si dovrebbe cambiare la Costituzione. "Dispiace - scrive il segretario generale Yuri Guaiana in una lettera aperta rivolta al primo cittadino milanese - che anche Lei alimenti questa interpretazione della nostra Carta costituzionale che per numerosi e autorevoli costituzionalisti e' del tutto infondata. Di piu', la sentenza della Corte Costituzionale n. 138 del 2010 e' molto esplicita nel sollecitare il Parlamento italiano a legiferare sulla materia". Cosi' l'associazione ha rivolto un appello per chiedere al sindaco un confronto pubblico sul tema. Prima firmataria dell'appello e' Marilisa D'Amico, consigliera comunale Pd nella maggioranza che sostiene Pisapia e autrice del testo di legge per il registro delle Unioni civili.
(Ami/ Dire)