DSA, INPEF: NON SONO PATOLOGIA, RIMETTERE AL CENTRO LA DIDATTICA
IL 3 OTTOBRE CONVEGNO IN CAMPIDOGLIO PER CHIARIRE LEGGE 170/2010.
(DIRE - Notiziario minori) Roma, 14 set. - Le nuove norme in materia di Disturbi specifici di apprendimento (Dsa) "stanno trasformando il panorama scolastico e il nostro futuro aprendo la strada alla medicalizzazione del sistema educativo. Sta avvenendo una vera e propria delega al sistema sanitario, considerando patologico cio' che prima veniva valutato come una lacuna dovuta anche a carenze del sistema didattico". Questa la principale criticita' della legge 170/2010 rilevata dal presidente dell'Istituto nazionale di pedagogia familiare (Inpef), Vincenza Palmieri, che ha promosso sul tema un convegno, il 3 ottobre alle ore 17 in Campidoglio, dal titolo 'In Roma CapitaleàI Ragazzi sono il nostro Futuro', per fare "un'analisi critica di questo testo che non e' una legge qualunque, ma c'e' tutto un sistema nazionale che si e' mosso intorno ad essa cambiando il punto di vista sulla didattica, sulla scuola e sulla famiglia".
Per la psicologa "si parla solo di disturbi specifici dell'apprendimento e non si parla mai di disturbo dell'insegnamento che e' cosa altrettanto seria. È essenziale rimettere al centro la didattica disciplinare e la pedagogia, eppure- ha ribadito la docente dell'Universita' degli Studi di Basilicata- nonostante tutte le riforme della scuola nessun ministro dell'istruzione ha mai pensato di riformare i bisogni formativi dei docenti, bisogni che si basano sulla metodologia di insegnamento e apprendimento". C'e' un errore di base per Palmieri: "I Dsa sono sintomi di difficolta' e non patologia. Noi stiamo classificando come malattia cio' che puo' essere considerato un indicatore, o meglio un sintomo di qualcos'altro come un problema di vista o la mancanza di esercizio. In assenza di un disturbo biologico- ha spiegato- non si puo' parlare di malattia ma solo di difficolta', che nel caso dei Dsa andrebbero affrontate didatticamente". La diagnosi dovrebbe intervenire "solo nei disturbi di tipo biologico, mentre quelli che hanno a che fare con l'apprendimento devono afferire al sistema didattico e pedagogico". Sulle dispense e gli strumenti compensativi, l'educatrice ha espresso una forte perplessita': "Se diamo ai ragazzi sistemi tecnologici, come computer e calcolatrici, invece di dare esercizi come potranno sviluppare competenze e superare la disgrafia o la discalculia?".
Il presidente ha chiarito di "non accusare i docenti di delegare alla Sanita', ma questi sono costretti a farlo non avendo tutte le competenze che i nuovi giovani richiedono". Bisognerebbe "formare i docenti ed eliminare l'eccessivo uso delle diagnosi nelle scuole. Il mio timore e' che dietro questa eccessiva medicalizzazione del sistemo educativo possa celarsi un disegno piu' importante- ha concluso Palmieri- non vorrei che un giorno arrivasse la pillolina per l'apprendimento".
(Wel/ Dire)
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