ADOZIONI, SCONTRO TRA ASSOCIAZIONI SU RIFORMA LEGGE
ANFAA, CONTRARIA ALLA PROPOSTA DI AI.BI.
(DIRE - Notiziario minori) Roma, 4 set. - E' scontro in materia di adozioni internazionali tra due delle maggiori associazioni operative nel settore. Da un lato c'e' l'Ai.Bi. e il suo "Manifesto per una nuova legge dell'Adozione Internazionale" (vedi lancio successivo). Dall'altro lato c'e' l'Anfaa (Associazione nazionale famiglie adottive e affidatarie), che definisce il testo "preoccupante e non condivisibile". Nel mezzo c'e' un parere illustre, quello del presidente onorario aggiunto della Corte di cassazione Pier Giorgio Gosso, che in un lungo documento boccia le proposte di Ai.Bi. "L'Anfaa condivide quanto esposto da Pier Giorgio Gosso e si sta attivando per assumere altre iniziative dirette a contrastare quanto prospettato nel suddetto Manifesto" precisa la presidente dell'associazione, Donata Nova. Secondo Gosso il manifesto e' sbagliato fin dalle premesse: quel calo di adozioni registrato nel 2010 (5.576, a fronte delle 5.604 dell'anno precedente) e le cause attribuite a una "cultura negativa intorno all'adozione", oltre che alle lungaggini burocratiche. Eppure - precisa l'esperto -, i dati sul 2011 della Commissione per le Adozioni Internazionali parlano di 4.022 autorizzazioni all'ingresso di minori stranieri adottati, a fronte delle 4.130 del 2010. Il calo del -2,6% risulta poca cosa se comparato a quello di Francia (-43,1%) e Stati Uniti (-15,7%). Entrando poi nel merito, Gosso si sofferma in particolare su alcuni punti del manifesto, avvertendo che "non solo infondata, ma addirittura contraria al vero e' l'affermazione secondo la quale l'Italia sarebbe l'unico paese europeo ad affidare alla magistratura la competenza a valutare gli aspiranti all'adozione internazionale" e cita i casi di Belgio, Grecia, Lussemburgo, Paesi Bassi e Portogallo. "Risulta, percio', francamente incomprensibile, perche' priva di serie motivazioni, l'insofferenza aprioristica che nel Manifesto viene espressa sia nei confronti della dichiarazione di idoneita' in quanto tale sia nei confronti della competenza specializzata assegnata in materia al giudice dei minori". Spostare nell'ambito dei soli servizi sociali le decisioni sull'idoneita' dei candidati determinerebbe, per Gosso, un "irragionevole e immotivato impoverimento culturale dell'intera procedura" con conseguente diminuzione delle "garanzie oggi previste sia a tutela dei minori sia degli stessi aspiranti all'adozione". Quanto alla proposta di imporre dei termini perentori alla durata della procedura di adozione internazionale,"lascia francamente interdetti". In generale, Gosso sottolinea che "una materia cosi' complessa non puo' essere affrontata a colpi di slogan che fanno leva sull'emotivita'". E incalza: "Non si puo' impunemente affermare che in Italia non si fa nulla per aiutare le famiglie che vogliono adottare, quando il nostro Paese e' l'unico in Europa nel quale il 50% delle spese sostenute per l'espletamento della procedura di adozione internazionale e' fiscalmente deducibile e il restante 50% e' rimborsato alle famiglie con reddito non superiore a 35.000 euro". Senza dimenticare - aggiunge - la fitta rete messa in piedi da associazioni ed enti a sostegno delle pratiche di adozione.
(Wel/ Dire)
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