TREVISO, RESPONSABILE CASA-FAMIGLIA ACCUSATO DI MOLESTIE SU 15ENNE
MA LUI SI DIFENDE: MAI TOCCATA, LO GIURO SUI MIEI FIGLI.
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 16 ott. - "Lo giuro su quello che ho di piu' caro nella vita: i miei figli, i miei ragazzi. Non ho mai toccato quella bambina". Si difende il responsabile della Casa Famiglia di Treviso sul quale pende una richiesta di rinvio a giudizio con l'accusa di violenza sessuale. Come riporta il quotidiano La Tribuna, l'uomo - secondo l'ipotesi del pubblico ministero Valeria Sanzari - avrebbe palpeggiato ripetutamente al seno e nella parti intime una 15enne di Mestre, a lui affidata, che era stata allontanata dalla famiglia originaria perche' vittima di maltrattamenti e percosse. "Non so da cosa sia scaturita questa accusa cosi' assurda, cosi' infamante. Non riesco proprio a capirlo", dice amareggiato il 54enne trevigiano, tra l'altro molto apprezzato nel mondo del volontariato, soprattutto per la sua attenzione e la sua sensibilita' verso i bambini portatori di handicap. Forse gia' oggi verra' fissata la data dell'udienza preliminare, al termine della quale il giudice Silvio Maras dovra' decidere se prosciogliere l'imputato o disporre il processo. "Non voglio chiedere riti alternativi, ne' patteggiamenti: voglio difendermi fino all'ultimo", aggiunge l'uomo, che e' assistito dall'avvocato Fabio Pavone del foro di Treviso. Anche perche' sulla base di numerose testimonianze, il legale avrebbe gia' individuato contraddizioni e incongruenze nel racconto della 15enne che dice di essere stata molestata in auto, nella stanza di musica, in camera da letto e nell'aula del doposcuola. "Sono sicuro di poter dimostrare la mia innocenza", aggiunge il responsabile della Casa Famiglia che si rifiuta di entrare nel merito delle accuse mosse dalla ragazza.
"Lo faccio per rispetto della situazione e della giustizia. Posso dire solo una cosa. È vero: lei mi chiamava papa', come d'altro canto chiamava mia moglie mamma. Con me la piccola aveva un legame piu' stretto", afferma l'uomo che si sofferma sul periodo precedente alla decisione della 15enne di denunciare i presunti abusi sessuali. "Qualcosa in lei era cambiato gia' a novembre, con l'arrivo nella nostra Casa Famiglia di altri due bambini. Sembrava gelosa. Lo avevano notato anche altri operatori. Non vorrei che...". Una frase che resta in sospeso, quella del 54enne. "Mi sembra di essere precipitato in un incubo che non finisce mai, ma ho fiducia nei magistrati", conclude. (Wel/ Dire)
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