GIÀ ANNI FA IL PADRE CHIAMÒ I CARABINIERI PER FARLO STARE CON LUI.
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 16 ott. - "Giudici, ridatemi mio figlio!". È un appello disperato quello che lancia Ombretta, la mamma del bambino protagonista del video choc che nei giorni scorsi ha indignato l'Italia. Ombretta racconta al settimanale 'Oggi', in edicola da domani (anche su www.oggi.it) la lunga odissea giudiziaria che l'ha vista protagonista insieme al figlio.
"Tutto e' precipitato nel maggio del 2006. Il bimbo aveva 4 anni e una domenica pomeriggio fece dei capricci per non andare con lui. Il weekend prima il cuginetto gli aveva fatto male e non aveva voglia di tornare col padre a trovarlo. Io proposi al mio ex marito di fare una passeggiata insieme affinche' si calmasse ma il papa' da subito si arrabbio' dicendo: 'È un mio diritto stare con lui e deve venire'. Il piccolo era seduto nella mia auto e lui per prenderlo inizio' a tirarlo per un braccio facendolo piangere. A quel punto io intervenni per farlo ragionare ma lui immediatamente, senza che prima si fossero mai verificati problemi di nessun tipo, chiamo' i Carabinieri...
chiedendo di prelevare il figlio dalla mia macchina con la forza. Credo che quel giorno mio figlio si spavento' molto perche' da li' inizio' a creare problemi quando doveva incontrare il padre".
La signora Ombretta, inoltre, rivela a Oggi: "Ci sono stati anche periodi di incontri protetti durante i quali al bambino, seguendo la 'terapia della minaccia' prevista per la cura di questa presunta sindrome di alienazione genitoriale, venivano ripetute frasi come: 'Se non vai dal papa', non vedrai piu' neanche la mamma, verranno i Carabinieri a prenderti'". Sarebbe bastato "che dal 2006 a oggi qualcuno si fosse preso la briga di ascoltarlo e di leggere le perizie e le denunce depositate", ha risposto alla domanda su come poteva essere risparmiato a suo figlio un dolore come quello che vissuto l'altro giorno. "Il bambino- ha detto ancora la mamma- ha ripetuto per anni agli psicologi, agli assistenti sociali e al perito del Tribunale che con me sta bene, che e' sereno, e che i problemi che ha col papa' sono legati soltanto al modo in cui lui si comporta".
Il bambino sapeva che il Tribunale aveva deciso di allontanarlo dalla famiglia e, rivela la madre a Oggi, aveva deciso di "scrivere una lettera ai giudici, vedrai che capiranno". Ecco perche' Ombretta insiste: "Chiedo che mio figlio venga ascoltato. Per la legge dovrebbe avere 12 anni ma e' un ragazzino molto sveglio e ha le idee chiare. Anche il perito del Tribunale gli ha riconosciuto facolta' cognitive superiori alla media".
(Gas/ Dire)